Il tecnico della Lazio Maurizio Sarri parla in conferenza stampa alla vigilia del ritorno di Europa League contro i lusitani del Porto. Qualificazioni incluse, la Lazio non ha mai perso una partita europea in casa contro squadre portoghesi in sei precedenti (5V, 1N), anche se l’unica tra queste gare in cui non ha trovato il successo è stata proprio contro il Porto, nel ritorno della semifinale di Coppa UEFA 2002/03 (un pareggio 0-0).
Queste le parole di Sarri:
“Il Porto è una squadra forte, che sarebbe competitiva anche nel campionato italiano. Non è un caso che stia facendo benissimo nel proprio campionato. La partita d’andata ci ha dimostrato che sarà difficile, però ci ha detto anche che non sarà impossibile. Abbiamo le qualità per risolverla in qualsiasi momento, senza innervosirsi dal passare dei minuti”.
Una parola anche su Pedro, al quale non si può somministrare il cortisone per il suo problema fisico a causa delle regole anti-doping:
“Pedro? Non lo so, sembra che l’infortunio sia meno grave del previsto. Ma ancora non so i tempi di recupero. Le cure con il cortisone avrebbero velocizzato il rientro, ma il nuovo regolamento anti-doping lo vieta. Non capisco ciò: se uno ha bisogno del cortisone, perché deve rimanere fermo 15 giorni? Non ho mai visto alcun atleta doparsi con il cortisone”.
Un commento anche sulle condizioni di Acerbi e Immobile:
“Acerbi èstato fermo per 45 giorni e non può essere al massimo nell’efficenza. Speriamo di riportarlo in condizione in poco tempo. Al momento non può iniziare la partita. Immobile? Vediamo oggi e domani, poi decideremo. Non ha avuto uno stop molto lungo, è stato fermo sei giorni”.
Infine una battuta anche sulle due squadra impegnate, con la Lazio che deve rimontare uno svantaggio in trasferta davvero duro:
“Sono due partite importanti, stop. Io do il peso a 5-6 mesi, non a 7 giorni. Bisogna sempre fare una valutazione ampia. Dopo l’andata ho avuto ottime sensazioni, per la prima volta la squadra ha affrontato a testa alta tante difficoltà e le ha superate. Compresa quella di Udine, in cui potevamo essere arrendevoli come in altre occasioni, invece abbiamo reagito. Sono uscito fiducioso da Udine”.