Roberto Baggio ha parlato della sua vita calcistica nella prima puntata di ‘Una semplice domanda’, lo show di Alessandro Cattelan, su Netflix: “Venivo da vent’anni di dolori e infortuni di tutti i tipi. Quando ho smesso sono andato in Argentina, non volevo vedere più nessuno, volevo stare da solo, alla fine è stata una liberazione. Oggi mi manca molto giocare. Però purtroppo come tutte le cose belle arriva un giorno che devi dire basta. Io sono stato un po’ costretto perché era diventato difficile anche allenarmi. Ma non ho rimpianti. Da bambino mi veniva tutto facile, ho sempre giocato a calcio. Quando sei piccolo impari i trucchi del mestiere e te li porti per la vita. Poi è chiaro, uno deve avere del talento, una predisposizione.
“Secondo il buddismo è qualcosa che ci portiamo da una vita precedente. Sono cose che fanno parte del nostro karma, del nostro bagaglio e ci indirizzano verso una determinata strada piuttosto che un’altra. Magari io nella vita precedente ero un atleta, con due ginocchia messe meglio”.