Il tecnico della Roma José Mourinho ha preso la parola in conferenza stampa per presentare la finale di Conference League che si giocherà domani sera a Tirana, in Albania, tra giallorossi e il Feyenoord di Slot.
La Roma ha raggiunto la finale di una competizione UEFA per la terza volta nella sua storia, la prima nel 21° secolo; ha perso la Coppa dei Campioni nel 1983/84 contro il Liverpool ai calci di rigore e la Coppa UEFA nel 1990/91 contro l’Inter (1-2 complessivo tra andata e ritorno).
Queste le parole dello Special One sul percorso verso la finale di domani:
“Siamo giunti alla fine della strada di quest’annata, con due finali da giocare nel tempo di 4 giorni. La prima finale ci dava quel che ci siamo meritati, che noi avevamo come obiettivo, cioè la qualificazione all’Europa League e dunque migliorare la classifica dello scorso anno. Abbiamo avuto successo in quella finale lì. Da parte mia era una finale dove non si poteva scrivere la storia, ma solo terminare quanto fatto in una stagione e raggiungere l’obiettivo. Però senza fare la storia, appunto. Questa finale è storia, una storia che si è già scritto per arrivare qui a giocare una finale europea dopo tanti anni, Ma quando arrivi in finale devi fare tutto il possibile per scrivere davvero la storia, ossia vincendo”.
La Roma, che ha perso solo due delle 12 partite di UEFA Conference League in questa stagione, approccia questa sfida dopo aver trovato, in Serie A, la matematica qualificazione all’Europa League nell’ultima giornata:
“Prima di Torino, che era una gara impegnativa, dove era fondamentale sapere che giocare una finale ha un livello di tensione alta e serve avere tantissima attenzione. Abbiamo trovato la vittoria e abbiamo potuto focalizzarci senza problemi alla finale di domani. Io e il mio staff siamo rimasti a Trigoria, senza uscire, fin da venerdì. Non ho domandato la stessa cosa ai giocatori, ma noto una rosa che sta alla grande, che ha la tensione corretta e la felicità giusta. Mkhitaryan si è allenato per la prima volta oggi coi compagni, una sessione davvero piccola e senza significato se si guarda alla finale, dato che era una sessione aperta per voi (giornalisti). Ma per lui era importante per avere delle sensazioni. Mi fido di lui, di come interpreta i segnali del corpo. Alla fine dell’allenamento mi ha detto che sta bene ed è pronto a giocare”.
Sarà bello per Mou anche giocare a Tirana, una città e uno stadio dove ha già giocato e dove sono previsti tanti tifosi giallorossi, anche albanesi ma che tifano Roma:
“Le persone sbagliano le analisi e affermo che qui si tifa Roma dato che c’è un giocatore albanese. Ho disputato una finale Manchester United-Real Madrid in Macedonia del Nord ed è stata un’esperienza straordinaria. Tirana è uguale. Loro lo meritano, per la loro crescita come Paese. L’impianto è davvero, davvero bello. Peccato per la capacità che non fa la gioia dei tifosi ma sono felice di venire a giocare qua. Quando si arriva all’ultima gara della stagione il lavoro è fatto, per me non c’è niente da fare in questi ultimi giorni. La leadership non è una cosa che si può mettere sul tavolo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori non siamo coinvolti, aiutiamo solo. Domani è l’ultima partita e fortunatamente è una finale”.