Il giorno dopo l’impresa di aver portato in Serie A il Monza per la prima volta nella storia del club brianzolo, Giovanni Stroppa è un uomo felice e inevitabilmente “accerchiato” dalle richieste di interviste.
Per il tecnico di Mulazzano è la seconda promozione in A della carriera dopo quella del 2019 con il Crotone, ma l’impatto mediatico questa volta è completamente diverso visto da chi è formato il management del Monza.
Il patron Silvio Berlusconi e l’ad Adriano Galliani, alla guida del club dal 2019, si sono inevitabilmente presi i riflettori dopo il 4-3 di Pisa che ha sancito la promozione, ma a Stroppa, intervistato dall’Ansa, va bene così.
Anzi, l’allenatore dei biancorossi ha tenuto a sottolineare il tipo di rapporto avuto con la dirigenza durante tutta la stagione, partita con la chiara missione di centrare il salto in massima serie: “Con loro avevo avuto rapporti da giocatore ai tempi Milan, ma era diverso. Da allenatore non mi aspettavo fosse così, mi aspettavo un rapporto più insistente, invece Galliani è stato quotidianamente una spalla, ma sempre sereno, ci ha sempre fatto lavorare bene. Sia lui sia Berlusconi sono stati distaccati, ma sempre presenti nel darmi supporto”.
Insomma, confronti sì, condizionamenti no. Neppure sulle formazioni…: “Il Presidente si faceva sentire prima e dopo le partite e ci si confrontava sulla formazione, ma sia lui sia Galliani hanno mostrato sempre molto rispetto nei miei confronti. Non ci sono mai stati condizionamenti” ha affermato Stroppa.
E ora? Subito dopo la vittoria dell'”Arena Garibaldi-Anconetani” lo stesso Berlusconi non ha nascosto di ambire a portare il Monza ancora più su, in Europa e non solo. Stroppa ci scherza su: “Berlusconi parla di Champions? Io ero presente al primo discorso che fece al Milan ad Arcore, disse ‘Sono abituato a vincere e vinceremo in Italia, in Europa e nel mondo…’. E fu così. Ora a sentirlo che lo ridice, mi viene un po’ di paura…”.