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Valencia, Gattuso: “È surreale dovermi difendere”

Il nuovo allenatore del club spagnolo ha dovuto difendersi dalle accuse di razzismo, sessismo e omofobia

“È surreale dovermi difendere” Rino Gattuso, appena arrivato a Valencia, è stato assalito da una marea di domande lontane dal mondo del calcio. Nel corso della sua prima conferenza stampa nei panni di allenatore del club spagnolo, infatti, l’ex Milan ha dovuto difendersi dalle accuse di razzismo, sessismo e omofobia.

“Da un anno sto fermo, e secondo la mia logica non era giusto parlare, e i social non li uso – dice – Ma sono stato massacrato. Sono pronto a rispondere punto su punto. Le donne: quindici anni fa, quando non c’era il politically correct, parlai di Barbara Berlusconi che rimpiazzava Galliani e dissi che mi sembrava difficile che una ragazza di 28 anni potesse fare meglio di un dirigente con 25 anni di esperienza”. Quanto al razzismo, secondo Gattuso sarebbe nato tutto da una domanda sui ‘buu’ a Boateng in un’amichevole del Milan con la Pro Patria: “Allenavo il Sion, mi chiesero e dissi che erano quattro imbecilli e secondo me non bisognava dargli peso. Io vengo dal Sud, ho preso insulti di tutti i tipi, ho allenato Koulibaly, Boateng, Bakayoko, ho tre persone di colore nel mio staff. Non sono in alcun modo razzista, trovo persino surreale dovermi giustificare”.

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