Sono ormai superati i tempi eroici dove il calcio era fatto di battaglie epiche e scontri su terreni resi pesanti da condizioni climatiche avverse, partite dove le “botte” facevano parte del folklore pallonaro e i più coraggiosi giocavano senza parastinchi e con i calzettoni abbassati.
Per quanto possa essere una visione nostalgica, il calcio di oggi è cambiato, e tanto. Ormai la ricerca della velocità e della perfezione fa parte del nuovo dna calcistico ed anche il concetto di divertimento per lo spettatore è cambiato, sempre più raffinato e meno triviale. Questo scenario, però fa a pugni con ciò che è accaduto ieri sera ad Ibrox, il leggendario stadio dei Rangers di Glasgow, dove l’Ajax ha battuto i padroni di casa per 3 a 1.
A delimitare il risicato spazio tra il terreno di gioco ed i cartelloni pubblicitari c’è un vero e proprio fossato di almeno un metro di profondità. A farne le spese durante il match è stato il giocatore dei Rangers, Barišić, che, nonostante la caduta, si è rialzato un po’ ammaccato ed ha proseguito il match. È andata di gran lunga peggio ad un suo avversario, l’olandese Owen Wijndal, già obiettivo mercato estivo della Juve, che non riuscendo a frenare la corsa è caduto nel fossato, andando a sbattere violentemente contro i cartelloni pubblicitari. Per lui uscita dal campo “a braccia” al 43’ del primo tempo e infortunio da valutare.
La domanda da porsi è: può permettersi la massima competizione continentale un rischio di questo genere? Sicuramente no, anche in un’ottica sponsorizzazioni. L’ex calciatore Christian Panucci, su Mediaset, lancia l’allarme “Ibrox non è l’unico campo ad avere problemi di questo tipo, anche Old Trafford è molto pericoloso!”. Il campo del Manchester United ha, infatti, un pericoloso “scalino” che delimita il terreno di gioco dagli spalti; un giocatore in velocità rischia veramente grosso se sbilanciato da un avversario. Cosa deve capitare prima che l’Uefa prenda seri provvedimenti?