Kylian Mbappé è pronto a dare l'assalto al secondo Mondiale della carriera, dopo aver affrontato un paio di snodi importanti per quel che concerne la stessa Francia e il PSG: "Dopo il rigore sbagliato contro la Svizzera agli Europei dissi al presidente federale che non potevo giocare per gente che pensava fossi una scimmia. Ci ho poi riflettuto insieme alle persone che giocano con me e che mi incoraggiano e penso che quello non sarebbe stato un bel messaggio. Sono un esempio per molti, quindi non ho mollato la nazionale perché il mio messaggio alle nuove generazioni è questo: siamo più forti del razzismo. La Francia può ripetersi, non sarà facile, ma siamo forti e il Paese intero ci sostiene”.
E a Sports Illustrated il classe 1998 rivela le 'pressioni' del presidente Macron al momento di rinnovare (o meno) col PSG: "C’è stata qualche chiamata, a dicembre, gennaio, febbraio, marzo.. Il presidente Macron mi ha detto: so che vuoi andartene, ma voglio dirti che sei importante per la Francia. Non voglio che te ne vada, hai la possibilità di scrivere la storia qui. A Parigi trovo una pagina bianca e questa è una grande opportunità. Magari era più facile andare a Madrid, ma sono ambizioso e vincere a Parigi mi farebbe entrare nella storia del mio Paese".