In vista dell'inizio del Mondiale in Qatar, il presidente della Fifa Infantino ha ammesso di avere belle sensazioni: "Mi sento qatariota, mi sento africano, mi sento arabo, mi sento migrante, mi sento gay, mi sento un lavoratore migrante. Sono un figlio di lavoratori migranti. I miei genitori hanno lavorato molto duramente e in difficili condizioni. Ricordo come gli immigrati venivano trattati alle frontiere, quando volevano le cure mediche. Quando sono diventato presidente della Fifa, ho voluto vedere qui le sistemazioni dei lavoratori stranieri e sono tornato alla mia infanzia. Ma come la Svizzera a poco a poco è diventata un esempio di integrazione, così sarà per il Qatar".
Infantino però ha voluto mandare un messaggio a tutti coloro che hanno criticato il Mondiale in Qatar: "Le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi 3000 anni dovremmo scusarci anche nei prossimi 3000 prima di dare lezioni morali agli altri. Noi creiamo frontiere, rendiamo molte persone illegali nel tentativo di entrare nei nostri Paesi e molte ancora perdono la vita, in Qatar i lavoratori stranieri hanno tutto, anche l'assistenza sanitaria. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia. Sono stato spesso bullizzato da bambino per il mio accento italiano in Svizzera e per i capelli rossi, ora sono orgoglioso di essere qui e di questo evento che sarà il più bello spettacolo calcistico mai visto. Se si è orgogliosi della propria strada e si è convinti che sia quella giusta, bisogna aiutare gli altri a percorrerla".