Nel giorno di presentazione al Cagliari, Ranieri ha ammesso: "Dentro di me c'era un maremoto. Mi son detto: ho un sogno dentro di me, ero un ragazzino quando arrivai a Cagliari e ho portato dentro di me il Cagliari tutta la mia carriera nei momenti più bui. I miei ricordi mi mettevano paura: perché andare a rischiare di sporcarli? Ma mi sono detto: perché essere egoista? Il figlio di Riva mi scriveva: anche papà è entrato da presidente onorario, ma nessuno si dimentica di quel che ha fatto".
Sul possibile ritorno di Nainggolan, Ranieri ha fatto chiarezza: "Sappiamo che ha piacere a tornare, ma di Nainggolan noi non ne sappiamo nulla, è prematuro parlare di un suo ritorno. Il mercato? Ora è tutto prematuro, non dobbiamo sbagliare. Il Cagliari visto da fuori? Sembra una squadra che non si è ambientata. Quando scendi di categoria, diventi la squadra da battere. Se io sono qui è perché ho battuto il Cagliari con il Campania Puteolana. Ecco, quel Cagliari non aveva capito di essere in serie C, si allenavano con i colpi di tacco. E allora ho detto ai miei giocatori: mangiamoceli vivi".
Ranieri ha concluso parlando del modulo: "Non ho nessun modulo di riferimento, perché i moduli li ho fatti tutti. Io voglio partire dai miei attaccanti: penso che due così ce li hanno in pochi (Lapadula e Pavoletti, ndr). La mia idea è partire da loro, poi sta a loro confermare questa mia impressione. Mai fissato con i sistemi, bisogna capire dai giocatori come giocare".