In conferenza stampa, in vista del match che può far vincere lo scudetto al Napoli, Spalletti ha ammesso: "Sì, mi emoziono facilmente, ho paura se ripenso a dove sono partito. L'emozione ce l'avevo già sul bordo strada dove sono passato, domani di più, ma si va a cercare queste cose qui, sono quelle che fanno la differenza. C'è tutto, ma sappiamo che se non si vuole vivere o rischiare in queste situazioni allora non si deve fare calcio, ma noi vogliamo e si va dentro con tutte le qualità che abbiamo. Abbiamo da giocare ancora delle partite, non so quale sarà la reazione a un gol che può determinare quella felicità, sono tutte cose estreme che vanno vissute nella realtà, nell'accaduto, non nelle previsioni".
Spalletti ha mandato un messaggio ai tifosi: "Se dovessimo vincere e la partita determinasse… Bisogna vincere anche dopo la gara nei comportamenti, nel divertirsi, dobbiamo tutti sapere che questo sport è dei bambini, dei figli, e tutti domani, anche io, avremo i figli in giro per la città. Se qualcuno fa qualcosa che mette a rischio la partecipazione di un'altra persona o dei bambini, fa una cosa che non si può fare assolutamente e quindi si deve essere intelligenti e usare il buon senso. Il gioco è dei bambini e devono festeggiare se dovesse succedere…".
Infine, Spalletti ha glissato su una domanda dopo le dichiarazioni di Sarri ("spero che il Napoli non festeggi domani) e Allegri ("finalmente avete vinto uno scudetto"): "Non lo so, io non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri, noi il nostro campionato ce lo siamo costruiti in maniera corretta. Noi pensiamo ai tifosi, alla soddisfazione di vedere giocare un gruppo di calciatori serio, che ce la mette tutta, sono stati importanti per noi in questo percorso per arrivare a questo finale di campionato così emozionante".