Clamoroso dagli scranni della Lega B. Il Lecco rischia di dover rinunciare alla cadetteria ritrovata dopo 50 anni esatti di astinenza al termine dell'infinita battaglia nei playoff di Serie C (con vittoria fiale nella doppia sfida al Foggia). Posto che la compagine bluceleste non potrà giocare nella sua casa abituale del "Rigamonti-Ceppi" (catino che avrebbe bisogno di tempo per le migliorie d apportare in vista della disputa della seconda serie), la stessa avrebbe dovuto indicare un impianto in grado di ospitare – secondo tutti gli standard richieste per ragioni di sicurezza – le gare casalinghe della band di mister Luciano Foschi. Inizialmente sarebbe stato individuato lo stadio "Euganeo" di Padova ma, secondo quanto riportato stamani dalla Gazzetta dello Sport, la prefettura non avrebbe dato l'ok. Una soluzione già scomoda di per sé, che avrebbe costretto i tifosi blucelesti a una stagione praticamente sempre in trasferta, ma utile a tamponare la falla relativa all'impiantistica.
Ora, però, oltre al danno si è aggiunta la beffa di rischiare la categoria conquistata con così tanto sudore per un problema tecnico, anche se non di poco conto e che conferma, per l'ennesima volta, l'inadeguatezza degli stadi italiani non appena, dalla Seri A, si scende di categoria. Ora, è pur vero che il Lecco ha ottenuto la promozione in Serie B appena un paio di giorni fa, ma il problema stadio, sempre secondo quanto riportato dalla Rosea, si sarebbe dovuto affrontare già dopo la vittoria in semifinale playoff.