Matteo Marani racconta a 'Il Corriere della Sera' i primi 100 giorni alla guida della Serie C, che vuole diventi il campionato dei giovani e della 'vera' Italia, essendo rappresentate tutte le Regioni, eccetto la Valle d'Aosta.
"La mia carriera da giornalista è cominciata seguendo in Serie C il Crevalcore, ho chiuso il mio cerchio. La Serie C rappresenta la vera Italia, da Trento e Trieste a Catania e Messina, delle 20 Regioni italiane manca la sola Valle d'Aosta. I playoff sono un piccolo Mondiale, bellissimi e crudeli: il prossimo campionato sarà ancora più competitivo, con grande tradizione e grandi piazze; spero che le quattro promosse, Lecco incluso, disputino la Serie B, ma mi rimetto alle decisioni della Federazione" spiega l'ex direttore del 'Guerin Sportivo' a lungo commentatore 'Sky'.
Queste le direttive economico-sportive della Serie C targata Marani: "Puntiamo alla sostenibilità, come dovrebbe fare l'intero movimento. Spesso si strumentalizzano i problemi economici della categoria, ma ricordo che il nostro indebitamento è pari a un ventesimo di quello della Serie A, sono finiti i tempi in cui d'estate fallivano molte squadre. Dal punto di vista dei controlli e dell'assistenza la Serie C è un esempio, merito di chi mi ha preceduto; il nostro rigore è una ancora di salvezza, il calcio ha sbagliato a rincorrere i ricavi quando avrebbe dovuto occuparsi dei costi. Il Napoli è un esempio perché ha vinto riducendo le spese: non devi prendere il più bravo, ma il più giusto e non ti devi fare prendere dallo spirito della competizione. Adesso cercheremo di fare crescere il prodotto, stiamo trattando per i diritti tv: intendo incrementare il dialogo con le altre Leghe, la Serie C è una risorsa per l'ambiente calcio, non un problema. Siamo il campionato dei giovani, una riserva per la Serie A, la Serie B e la Nazionale. Zola sta lavorando alla grande sui giovani: i prestiti sono il passato, abbiamo aumentato del 200% il premio di valorizzazione per chiu usa i ragazzi del vivaio".
"Qui i presidenti litigano un po' meno, c'è grande senso di appartenenza nel nome di Franchi, il pallone del prossimo torneo si chiamerà Artemio. Ho nel cuore il Museo di Coverciano, lo sapete: è l'occasione per ringraziare sempre un grande dirigente come Fino Fini" è la chiusura che regala il giusto riconoscimento a due dirigenti che si sono legati all'Azzurro.