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Italia – Francia, quella sensazione magica ancora viva 17 anni dopo

Il 9 luglio 2006 l’Italia si laureava per la quarta volta nella sua storia Campione del Mondo: contro i francesi fu una finale epica, ricca di colpi di scena e di emozioni.

Era l’Olympiastadium di Berlino ad ospitare diciassette anni fa la finalissima dei Mondiali, dove una di fronte all’altra c’erano l’Italia di Marcello Lippi e la Francia di Raymond Domenech. 
Dopo un percorso perfetto, con tanto di vittoria in semifinale sulla favorita, nonché padrona di casa, Germania, la squadra azzurra arrivò all’ultimo atto con l’entusiasmo di voler stupire fino in fondo. Di fronte, però, c’era una corazzata, quella francese, quella che fra gli altri poteva contare su fenomeni del calibro di Zidane, Trezeguet, Ribery, Henry, giusto per citarne alcuni.
Per gli azzurri non si mette bene perché dopo appena 6’ minuti di gioco i francesi usufruiscono di un calcio di rigore che Zizou trasforma con un tocco morbido, battendo Buffon. Ma la risposta tricolore non si fece attendere e Materazzi al 19’, da calcio d’angolo, stacca più in alto di tutti, 1-1. Di lì in poi le occasioni non mancarono, vuoi con Henry da un lato, vuoi con Toni dall’altro, che trova la traversa prima e poi il fuorigioco ad impedirgli la gioia del gol. Al 90esimo il pareggio persiste, si va ai supplementari. 
I ragazzi di Domenech sembrano averne di più, Buffon è l’artefice di un miracolo su Zidane che tiene a galla l’Italia fin quando, al 5’ del secondo tempo supplementare, lo stesso numero dieci si rende protagonista di un’ignobile testata nei confronti di Materazzi e finisce anzitempo sotto la doccia. Ma il risultato non cambia, è la lotteria dei rigori a decretare i campioni del mondo 2006.
Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero, Grosso: una sequenza infallibile al cospetto dell’unico rigore che non va in porta, quello calciato da Trezeguet che trova una traversa – riga clamorosa. Il cielo è azzurro sopra Berlino, l’Italia per la 4° volta nella sua storia è Campione del Mondo e quella fu una notte indimenticabile. 
Anche diciassette anni dopo, soprattutto diciassette anni dopo, perché la storia è storia e non si cancella mai, resta indelebile nei cuori e negli occhi di chi l’ha scritta, di chi l’ha vissuta.

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