Da una giocata di Samuele Vignato è nato il pareggio dell'Italia contro la Polonia, un gol che ha proiettato gli Azzurri al penultimo atto della massima manifestazione continentale.
Una giocato che ha messo in bella mostra le doti del talentuoso fantasista in forza al Monza, che racconta a 'La Gazzetta dello Sport' come sia stato il Sudamerica all'origine di tutto il suo calcio: "Io e mio fratello Emanuele andavamo a Fortaleza a trovare i parenti di mia madre e giocavamo con gli altri bimbi, scalzi sui campetti di cemento: la mia tecnica è nata là. Lui è molto più bravo di me, ci scambiavamo la palla sotto il tavolo durante il pranzo e fuori casa c'era una porta da calcio a 5 e mandavamo mamma tra i pali. Prima delle partite mi carico con i video del mio idolo, Ronaldinho: a Monza ho preso la maglia numero 80 in suo onore, Galliani al 90' mi ha chiamato per fare i suoi complimenti".
La Spagna è l'avversario peggiore possibile, ma l'Italia venderà cara la pelle: "La squadra è cresciuta in maniera esponenziale, lo stesso gruppo non era così unito a inizio anno; avrei preferito sfidare la Norvegia, ma possiamo giocarcela contro chiunque e vincere la manifestazione. La Serie A? Una differenza tecnica enorme: devo migliorare mettendo su un po' di massa, seguo un programma specifico del Monza in merito. E' il progetto giusto per me, dopo aver detto di no al Bayern e a Klose, mi sono svincolato dal Chievo fallito. Come fai a dire di no a uno come Galliani?".