Con un veemente colpo di testa Michael Olabode Kayode ha regalato all'Italia un titolo continentale che mancava da 20 anni, sempre dopo una finale contro il Portogallo.
E il ragazzo di origine nigeriana partito da Gozzano e dalla Juventus racconta a 'Il Corriere dello Sport' le emozioni da campione d'Europa, pronto a calcare i campi della Serie A: "Ero una ala da bambino, poi sono diventato terzino, o quinto: quando c'è da correre non mi tiro indietro; ho corso tanto, ma non sapevo di avvicinarmi alla storia. Chissà quanto ci vorrà per realizzare ciò che abbiamo fatto: non voglio più dormire per paura di svegliarmi e vedere svanire tutto. Hasa ha fatto un grandissimo cross, io ci ho creduto e, mentre il pallone era in area, ho deciso di passare davanti al difensore anziché saltargli alle spalle: una decisione cambiata all'ultimo, mi sono fiondato come un avvoltoio su quella palla".
Il segreto degli azzurrini è uno: "Abbiamo vinto il torneo con la mentalità: dentro al gruppo abbiamo sempre saputo di essere all'altezza della storia; nella prima fase in Polonia siamo partiti male, abbiamo battuto la Bosnia all'88' e poi contro i padroni di casa su rigore nei minuti di recupero. Siamo passati come migliore terza, io ho pensato fosse un segno del destino. Da marzo abbiamo fatto grandi partite contro Germania, Belgio e Slovenia: non ci siamo più fermati, è la gioia più grande della mia vita".
Tra una gara e l'altra contro il Portogallo è cambiato un solo fattore: "In dieci giorni è cambiata la testa, in semifinale facevamo il tifo per i portoghesi e siamo arrivato alla finale con molta fame; eravamo carichi per asfaltarli, dopo il 5 a 1 ci avevano anche preso in giro. La lezione per il nostro calcio è che si deve far giocare sempre i giovani, non solo se vincono: la vittoria arriva dopo un percorso e se non giochi non puoi arrivare a vincere, a Mister Bollini devo tutto: è un grande trascinatore. I miei modelli? Walker, Hakimi, Wan-Bissaka".
Il futuro è la Fiorentina: "Firenze è magnifica, una città unica e una società fantastica che crede tanto nei giovani; non vedo l'ora di esordire in Serie A, mi sono allenato spesso con la Prima Squadra, è una esperienza che metto nel mio bagaglio, Italiano è un maestro. Con la Primavera volevamo vincere tutto, ma abbiamo perso Scudetto e Coppa Italia: rimane una stagione importante. Mi rimetto subito al lavoro, c'è il ritiro con i viola".