In Spagna il calcio femminile continua a tenere banco. Ma non per la vittoria agli ultimi Mondiali, bensì per la guerra tra le giocatrici e la Federazione. Andiamo con ordine. Il terremoto dopo il bacio sulla bocca, durante la premiazione, da parte dell'ex presidente federale Luis Rubiales alla giocatrice Jenni Hermoso. Qualche giorno fa il comunicato da parte della campionesse iridate, duro: senza cambiamento nella federazione, non avrebbero giocato le prossime partite.
Sulla panchina è arrivato Montsé Tomè che, senza problemi, ha convocato 15 delle 23 campionesse del mondo per gli impegni di Nations League contro Svezia e Svizzera. Elenco in cui non c'è Hermoso: “Questo è il modo migliore per proteggerla” ha spiegato il commissario tecnico. Ma le altre? Risponderanno alla convocazione, la crisi è rientrata oppure no?
I quotidiani spagnoli danno diverse versioni: El Pais sostiene che Tomè avrebbe chiamato le giocatrici senza che ci sia ancora l'accordo, dunque senza sapere se accetteranno di tornare in campo. El Confidencial sostiene che la Federazione intenda in questo modo forzare la mano, piegando le resistente delle ragazze.
Capitolo chiuso per ora? No, perché le campionesse del mondo, dopo le convocazioni, hanno emesso un nuovo comunicato: “La Federcalcio spagnola non è in grado di obbligarci a rispondere alla convocazione alla Nazionale. Va contro le regole Fifa”. Attenzione, però, perché la nota è stata condivisa da 12, altre 7 – tra cui la match-winner del Mondiale, Olga Carmona – non l'hanno fatto. Che succederà, dunque?