L’arrivo di Douglas Luiz non è il colpo di mercato che sistema il centrocampo della Juve, ma il primo segnale di una ristrutturazione profonda che coinvolgerà l’intero reparto. Koopmeiners, Thuram, le loro alternative, i rinnovi, gli addii: per Thiago Motta la colonna vertebrale della squadra è la terra di mezzo, che deve essere ricca di alternative e di qualità. Lo era a Bologna, dove ogni settimana, nonostante un solo impegno, si alternavano diversi protagonisti, nessuno con il posto fisso ma tutti a caccia di una maglia da titolare. Non potrà che essere così a Torino, con cinque competizioni in ballo, tutte da vivere con la voglia di vincere quanto più possibile. Ecco perché Giuntoli è concentrato sul centrocampo, aprendo diversi fronti con l’obiettivo di rivoluzionare il reparto. Non sarà semplice, ma provarci è doveroso. Sfrondando i rami secchi e senza porsi limiti.
La corsa per Koopmeiners
Douglas Luiz sarà la quantità, Koopmeiners la qualità. Il disegno è questo, preciso e intrigante, da perseguire con tutte le forze, mentali e soprattutto economiche. L’olandese, che ha saltato gli Europei per un problema muscolare congelando di fatto la sua valutazione, è sempre più vicino, forte dell’accordo raggiunto con la dirigenza bianconera. I 60 milioni richiesti dall’Atalanta sono tanti per l’ex Az Alkmaar: da tempo si parla di contropartite tecniche, con il nome di Hujisen che sembra il più accreditato per andare ad abbassare il prezzo e permettere l’assalto finale alla Juventus. Servirà però tempo, perché le contropartite tecniche sono necessariamente legate alle altre trattative di mercato: la Dea è sulle tracce dell’argentino Balerdi, nonostante Hujisen sia più un profilo per il futuro che per il presente.
Un francese va, un altro potrebbe arrivare
I segnali provenienti da Rabiot, invece, sono tutt’altro che incoraggianti. Non si spiegherebbe altrimenti la titubanza del centrocampista francese, che in tempi non sospetti aveva spiegato di voler risolvere la questione futuro prima dell’inizio dell’Europeo. Invece, oltre a non avere comunicazioni a riguardo, le sue parole dal ritiro della nazionale sono tutt’altro che incoraggianti: rispetto per Thiago Motta, suo ex compagno di squadra, ma la volontà di decidere in autonomia il suo futuro. Oltre alla Premier, si vocifera di un interessamento del Real Madrid, che può vantare una nutrita colonia francese e la disponibilità economica per il bonus alla firma, come fatto con Mbappé. La Juventus ha però voglia di programmare, di sapere cosa sarà della mediana: ecco perché difficilmente aspetterà Rabiot oltre la prossima settimana. Proseguendo con l’inseguimento a un suo connazionale, Khephren Thuram, indipendentemente dalla risposta di Adrien.
Thuram e il derby d’Italia in famiglia
Il cognome è evocativo, per il passato di papà Lilian e per il presente del fratello Marcus. Khephren Thuram è il nome caldo per il centrocampo e la grande novità rispetto al passato è che l’assalto non è condizionato alla risposta di Rabiot. La valutazione durante lo scorso mercato era pesante, 50 milioni di euro, ma la scadenza del contratto nel 2025 e la volontà di non rinnovare con il Nizza, già comunicata al club, rendono il tutto possibile. Anzi, oggi è un vero affare visto che si potrebbe chiudere alla metà, circa 25 milioni: classe 2001, abbina fisico e tecnica, messe in mostra alla corte di Farioli. La Premier è interessata a lui, che però vorrebbe confrontarsi con l’Italia, il campionato in cui papà Lilian è diventato un fuoriclasse di livello mondiale e il fratello Marcus ha vinto lo scudetto: il derby d’Italia potrebbe diventare una questione di famiglia in casa Thuram.
Gli addii e le conferme
Di spazio, viste le tante competizioni in ballo, ce ne sarà a sufficienza per tutti. Eppure uno sfoltimento della rosa sarà necessario, non tanto a livello tecnico quanto economico, per finanziare i colpi in entrata. Uno dei pochi ad essere sicuro della conferma è Fagioli, pronto a riprendersi un posto da titolare dopo la stagione vissuta ad osservare per via della squalifica, mentre Locatelli dovrebbe restare perché, a fronte della valutazione e del rendimento dell’ultimo anno, è difficile immaginare club disposti a investire su di lui. Avrà l’occasione per riscattarsi, partendo dalle seconde linee, specialmente se tutte le pedine di mercato dovessero andare a dama. Miretti è uno dei sacrificabili, così come McKennie, che dopo il mancato accordo con l’Aston Villa è nella lista partenti. L’aspetto che più preoccupa è l’alta considerazione di se stesso e della sua valutazione: trovargli una sistemazione non sarà semplice. La rivoluzione della mediana prosegue a ritmo spedito: la prossima settimana potrebbe essere quella decisiva non solo per Douglas Luiz, che sosterrà le visite mediche negli Stati Uniti, e per Rabiot, che dovrà comunicare la sua decisione definitiva.