LIPSIA — Si poteva intuire che la storia sarebbe finita male e l’ufficializzazione della sua firma per il Real Madrid non ha eliminato una volta per tutte le scorie di un rapporto, quello tra Kylian Mbappé e il Psg, diventato tossico. O, per meglio dire, tra Kylian Mbappé e il presidente del club parigino, Nasser al-Khelaïfi. Non fosse per lui, forse Mbappé avrebbe soprasseduto e lasciato la squadra in cui ha giocato per sette anni senza code velenose, ma con il manager qatarino è finita a torte in faccia, per cui il giocatore ha deciso di fare causa per intascare gli arretrati che il Psg gli deve: come ha rivelato L’Équipe, i legali di Mbappé hanno infatti intimato al club di pagare gli stipendi e i bonus che spettano all’attaccante. Il quotidiano sportivo francese già il 3 giugno aveva scoperto che a Mbappé non erano state bonificate le mensilità di aprile e maggio più alcuni extra. La diffida è stata inviata alla Lega calcio francese.
Lo scontro tra Mbappé e il Psg
Nel frattempo, lo staff del giocatore e i vertici del club si sono scambiati lettere di fuoco che riepilogano versioni completamente opposte di una faccenda cominciata l’estate scorsa, quando Mbappé annunciò che non avrebbe usufruito della clausola per il rinnovo automatico fino al 2025 del contratto in scadenza, e che si sarebbe dunque svincolato nel 2024. Di conseguenza il Psg lo mise fuori rosa, gli impedì di partecipare alla tournée asiatica e al-Khelaïfi lo minacciò di non fargli giocare una sola partita in tutta la stagione. Mbappé venne reintegrato soltanto dopo aver promesso che se ne fosse andato a parametro zero avrebbe rinunciato a circa 55 milioni di bonus. Si trattava però di un accordo orale, mai vincolato da un contratto scritto: il patto è saltato all’inizio del 2024, quando il presidente parigino venne a sapere che Mbappé sarebbe andato a Madrid a costo zero.
Il rapporto naufragato tra Mbappé e il Psg
Così il Psg ha visto sfumare i 180 milioni di euro che sperava di ricavare con un accordo ponte con Mbappé (cioè un rinnovo con una clausola rescissoria ad hoc per il Real) oppure tramite un robusto risparmio su stipendi e bonus del giocatore, che però a un certo punto – dopo altri litigi con il presidente e le numerose panchine che gli ha inflitto Luis Enrique – ha deciso di non rinunciare a nulla, chiedendo al club di saldare entro il 30 giugno tutti i bonus e gli stipendi che ancora avanza. In totale si tratterebbe di quasi 100 milioni di euro.