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Bregy, lo svizzero eroe per caso a Usa ‘94: “Da noi il calcio è cresciuto, ma ora vedremo la vera Italia. Conservo la maglia di Baggio”

Trentaquattrenne, e già ritiratosi dal calcio di club, Georges Bregy prese parte a sorpresa al Mondiale americano. E segnò il primo gol del torneo, contro gli Stati Uniti

STOCCARDA – George Bregy è stato l’eroe per caso della Svizzera a Usa 1994. Fu lui a segnare il primo gol in assoluto del torneo, nella partita inaugurale contro gli Stati Uniti. A quel Mondiale, a cui la nazionale elvetica arrivò battendo nelle qualificazioni l’Italia, Goerge non avrebbe dovuto partecipare. Era arrivato in fondo alla sua carriera. O almeno, così pensava. “Avevo 34 anni, non facevo più parte del gruppo della nazionale da quattro o cinque. Quando ho ricevuto la chiamata che mi diceva che il ct Roy Hodgson voleva convocarmi, sono rimasto davvero sorpreso”.

Cosa ricorda di quel gol ai padroni di casa?

“È stata un’emozione stupenda. Era il primo gol ai Mondiali per la Svizzera dopo 28 anni. E quel giorno, un 18 giugno, era anche il mio compleanno. Ma allora non potevo immaginare che quella rete sarebbe diventata così leggendaria”.

Era più forte la vostra Svizzera del 1994, o la è quella oggi?

“Difficile fare paragoni. Noi eravamo forti, ma la nazionale di oggi è sicuramente più ampia, c’è più scelta di giocatori. Quasi tutti i giocatori della Svizzera attuale giocano all’estero: Italia, Germania, Inghilterra”.

Come è cambiato il calcio svizzero in questi trent’anni?

“Si è investito molto nei giovani talenti. I club ora lavorano in modo più professionale rispetto a un tempo”.

E come è cambiato il calcio in generale?

“Lo vedo più fisico. Tutto va un po’ più veloce, in campo e nel progresso, tattico e tecnico”.

Che consigli ha per Yakin in vista della partita contro l’Italia?

“Da fuori, non mi sento di dare alcun consiglio al ct. Deve continuare a seguire il suo intuito, e troverà sicuramente la giusta miscela in squadra per dare fastidio all’Italia”.

Quale giocatore svizzero le somiglia di più?

“Ero un mix fra Xhaka e Freuler”.

Cosa la preoccupa di più dell’Italia?

“Penso che mostrerà un volto diverso rispetto alle partite dei gironi. Per l’Italia l’Europeo inizia di fatto solo ora, agli ottavi di finale. Non bisogna dare troppa importanza ai risultati delle partite del girone”.

Una previsione del risultato?

“Mi aspetto una partita molto emozionante e attraente. E spero ovviamente nella vittoria per la Svizzera. Mi sbilancio: 1-1 nei tempi regolamentari, e vittoria nostra ai supplementari”.

È rimasto in contatto con i giocatori italiani degli anni ’80 e ’90?

“Ho avuto la fortuna di scambiare la maglia con Baggio dopo la partita, e mi rende molto orgoglioso. Ero nella squadra che vinse contro gli azzurri nelle qualificazioni. Per noi fu molto importante. Vincere contro la grande Italia per la Svizzera è un’impresa, e lo era soprattutto allora”.

Sabato sarà allo stadio di Berlino?

“No, guarderò la partita qui in Svizzera. Abbiamo in programma per le 16 una partita fra ex giocatori della nazionale, legends come ci chiamano, poi la guarderemo tutti insieme in tv”.

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