BERLINO — Stasera la Nazionale vuole guardare negli occhi l’Europa e scrutare felice il cielo sopra Berlino come nel 2006: finora quello sotto, a Dortmund, Gelsenkirchen e Lipsia, non è che brillasse molto. Sfuggiti allo sgambetto croato, gli azzurri hanno un corridoio verso la finale dell’Europeo, in programma qui il 14 luglio. Devono superare oggi la Svizzera negli ottavi, poi la vincente di Inghilterra-Slovacchia e poi ancora, se saranno sopravvissuti ai trabocchetti, la vincitrice del minitorneo tra Austria, Romania, Turchia e Olanda. Ma sarebbe stato peggio dall’altra parte del tabellone, dove battagliano per un posto in semifinale Spagna, Francia, Germania e Portogallo, per tacere del Belgio. Spalletti sa che con un’eliminazione a quest’altezza del torneo nulla ci sarebbe di cui inorgoglirsi: «Dobbiamo fare qualcosa di meglio. Ma la tensione per la qualificazione la sentivamo molto tutti, me compreso. Ora mi aspetto di vedere i giocatori più sciolti». La scioltezza dovrà essere nella corsa e nei fatidici duelli a tuttocampo, come il miglioramento dei dati fisici lascia intendere.
La formazione dell’Italia
Lui, intanto, è più rilassato della sera di Lipsia, quando esplose contro la critica e contro imprecisate spie, e infatti ci scherza su: «No, non ho trovato chi spiffera all’esterno la formazione, magari mi aiutate voi». Stavolta, peraltro, i segreti sono pochi: con Calafiori squalificato e Dimarco infortunato (botta al polpaccio), è lo stesso ct a svelare sistema di gioco e uomini, incluso il fulcro della difesa Bastoni, se avrà smaltito la febbre: Mancini ha vinto il ballottaggio con Buongiorno, Fagioli è sdoganato per il debutto nel ruolo di Jorginho (per scelta tecnica, non perché il veterano un po’ dolorante a un ginocchio possa accusare il peso dei famosi due rigori sbagliati con la Svizzera). In attacco, con Chiesa ed El Shaarawy ai lati del centravanti, il dilemma del 4-3-3 è tra Scamacca («ha estro e guizzi che ti sbranano») e Retegui, capace di un pressing indiavolato e di costringere gli avversari al cartellino giallo (3 con la Croazia). Zaccagni, mago con la Croazia, può replicare a partita in corso: «Giocheremo con la linea a 4 e con Mancini, che è più esperto. Fagioli? Bisogna avere il coraggio di dare spazio a chi lo merita. Scamacca e Retegui giocheranno tutti e due: devo decidere chi comincia».
La rivincita dell’Italia sulla Svizzera
Il 4-3-3 sarà elastico: i ripiegamenti di El Shaarawy ricostruiranno l’eventuale linea a cinque, formalmente accantonata, e quelli di Cristante sosterranno Fagioli in copertura. Barella sarà il pendolo necessario. La Svizzera non batte l’Italia da 31 anni (1993), eppure con due pareggi l’ha spinta ai play-off per il Mondiale, che la Nazionale ha perso per la seconda volta consecutiva e che invece la Nati ha dignitosamente vissuto sia nel 2018 sia nel 2022. Dice però la storia che la Svizzera — qui eccellente nel mettere in crisi la Germania e non nell’altro 1-1 con la Scozia, dopo il 3-1 all’Ungheria — ha sì eliminato ai rigori la Francia all’Europeo di tre anni fa, ma prima aveva preso tre gol dall’Italia. Che non farebbe dunque un’impresa, passando ai quarti. In quest’Euro 2024 sottosopra, in cui tutte le favorite faticano a segnare, c’è un’altra anomalia: i tifosi italiani sono sempre in minoranza. Che possa capitare anche con gli svizzeri, tra i 70 mila dell’Olympiastadion, lo ammette proprio Spalletti: «Noi sentiamo la spinta anche degli italiani davanti alla tivù». Alle 18, per la regia di Fagioli, speranzoso emulo di Wenders.