BERLINO — Come al Mondiale 2022 in Qatar, un successo per il calcio arabo e africano, lo sport più globale si stava divertendo di nuovo a fare geopolitica. Proprio la sera dopo l’eliminazione della Germania, la Turchia del ct Montella, unico italiano superstite all’Europeo, stava battendo all’Olympiastadion, lo stadio tedesco per definizione, l’Olanda, che invece ha vinto in rimonta, secondo logica tecnica, ed è entrata nella semifinale del torneo organizzato da un Paese in cui vivono oltre tre milioni di turchi. Mercoledì prossimo, 10 luglio, affronterà a Dortmund l’Inghilterra.
Erdogan in tribuna
In tribuna, sforzandosi invano di sembrare un tifoso qualsiasi, si è comunque mostrato fiero della serata il presidente della repubblica Recep Erdogan, seduto accanto alla moglie Emine: la sua presenza a Berlino ha ammantato di significati extracalcistici l’evento, preceduto dalle polemiche sulla squalifica del difensore turco Demiral per il gesto col quale aveva festeggiato il suo secondo gol alla Slovacchia, il saluto del lupo, riconducibile all’organizzazione nazionalista di estrema destra dei Lupi Grigi. Era stato il governo tedesco a sollecitare l’inchiesta Uefa e da quel momento il quarto di finale Olanda-Turchia è diventato un caso diplomatico, col pallone sullo sfondo.
«la cronaca della partita»
Ozil vicino a Erdogan
C’è una foto che immortala con pienezza di senso la serata: a poche poltroncine di distanza da Erdogan, si è sistemato il campione simbolo dei tormenti di ogni turco di Germania: Mesut Ozil, che ha vinto da tedesco il Mondiale 2014 ma poi è tornato nella terra del nonno paterno proprio per le conseguenze di un’altra foto col Sultano, soprannome esplicito del presidente della repubblica di Turchia, in carica dal 2014 dopo essere stato premier dal 2003.
L’Olanda rimonta la Turchia
I tifosi della nazionale turca, e la parola nazionale non è mai stata tanto appropriata, hanno riempito la cronaca ben prima del fischio d’inizio: nel percorso verso lo stadio un gruppo si è esibito nel famigerato saluto e la polizia tedesca ha bloccato il corteo. Poi, durante l’inno, c’è stato il bis. A lungo la partita pareva prestarsi all’epica turca di una squadra che, con tre squalificati, l’ha interpretata con lo spirito di sacrificio del suo capitano Çalhanoglu, regista ma soprattutto mediano, quando serviva, diventando esempio anche per i due giovanissimi stilisti, il madridista Guler e lo juventino Yildiz. Su cross di Guler il gol di testa di Akaydin, difensore centrale ergo gregario, ha spinto all’esaltazione la folla. L’andamento della ripresa, col palo ancora di Guler su punizione, ha per un bel po’ alimentato l’illusione. In realtà è bastata una mossa di Koeman, la stessa che al Mondiale aveva permesso al predecessore Van Gaal di rimontare l’Argentina: l’innesto del centravantone Weghorst, che aveva provocato Messi e qui ha destabilizzato la difesa turca sui palloni alti. Il gol del pari lo ha segnato di testa ancora un difensore, l’’interista De Vrij, su corner corto di Depay. Il 2-1 è nato dall’azione dell’altro interista Dumfries: il cross ha messo in affanno Muldur, il cui anticipo su Gakpo si è trasformato in autogol. L’epica si è comunque presa un piccolo supplemento: in mischia prima Van De Ven e De Vrij hanno salvato sulla linea e infine il balzo del portiere Verbruggen ha impedito a un altro gregario, il neoentrato Semih, di restituire speranza al Sultano e a 85 milioni di turchi.
Il tabellino di Olanda-Turchia
Olanda 2 (25’ st De Vrij, 29’ st aut. Muldur)
Turchia 1 (35’ pt Akaydin)
Olanda (4-2-3-1): Verbruggen 6.5 – Dumfries 6.5, De Vrij 7, Van Dijk 7, Aké 6 (28’ st Van de Ven 6.5) – Schouten 6, Reijnders 5.5 (28’ st Veerman 6) – Bergwijn 5.5 (1’ st Weghorst 6.5), Simons 5 (42’ st Zirkzee sv), Gakpo 75 – Depay 6.5. Ct R.Koeman 6.5.
Turchia (5-4-1): Gunok 6 – Muldur 5 (37’ st Tosun sv), Ayhan 5 (44’ st Kilicsoy sv), Akaydin 6.5 (37’ st Celik sv) , Bardakci 5, Kadioglu 5 – Guler 6.5, Ozcan 6 (33’ st Yokuslu sv), Çalhanoglu 6.5, Yildiz 5.5 (33’ st Akturkoglu) .– Yilmaz 5. Ct Montella 6.
Arbitro: Turpin 6.5.
Note: espulso Yildirim, ammoniti Simons. Aké e Van Dijk. Spettatori 70 mila.