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Morata contro Kane, un gol per l’Europeo: è l’ora dei centravanti

Harry soffre, c’è chi lo vuole in panchina per far posto a Watkins. Alvaro è il segreto della squadra. Il ct De la Fuente: “Vorrei essere come lui”

BERLINO — I primi tifosi avvolti nella bandiera con la croce di San Giorgio si sono fatti i selfie con lo sfondo della Porta di Brandeburgo, sotto la pioggia: 58 anni dopo il Mondiale ai tempi dei Beatles, nell’era di Instagram il traguardo sembra a un passo, per l’Inghilterra, anche se una volata con la Spagna è come una sfida a Cavendish: si rischia di perdere al fotofinish. Così la parte più ingrata dei critici, dopo aver tessuto per anni l’elogio del centravanti Harry Kane modello di anglosassone virtù, adesso lo vorrebbe in panchina per fare posto all’eroe popolare Ollie Watkins. Southgate ha spiegato le ragioni della doppia sostituzione decisiva contro l’Olanda, Palmer per Foden e appunto Watkins per Kane: «Serviva più energia e poi Harry aveva preso una botta da Dumfries».

I critici vogliono Watkins al posto di Kane

Il posto di centravanti titolare pare destinato al legittimo proprietario, ma i detrattori insinuano che in una finale non bisogna farsi scrupoli e che appunto le energie sono fondamentali, a maggior ragione perché l’Inghilterra ha un giorno di riposo in meno. Kane fa spallucce, l’idea di non essere protagonista nemmeno lo sfiora, però parla volentieri di Watkins: «Non sono abituato a pensare a me stesso: quando ha segnato, ero felicissimo per lui». Siccome però la perfidia non ha limiti, del massimo goleador inglese (66 reti in 97 presenze, e qui può diventare capocannoniere) viene sottolineato il record al contrario: sulla soglia dei 31 anni non ha ancora vinto un titolo e non ci è riuscito nemmeno col Bayern. È un modo poco elegante per dire che porta sfortuna. Ma adesso può sbugiardare i critici. E colmare la grande lacuna della sua carriera.

Morata, futuro al Milan per fuggire dagli odiatori

Per l’altro centravanti capitano, Alvaro Morata, il discorso è all’opposto: era criticato, adesso è trattato con un amore delicatissimo da allenatore, compagni, critica e tifosi al seguito, mentre sui social è incomprensibilmente lo zimbello degli odiatori, perciò ha confessato di voler lasciare la Spagna (il suo futuro sarà il Milan, pronto a pagare 13 milioni per liberarlo dall’Atletico), intesa come nazione e anche come nazionale: è stanco, stressato dalle polemiche e ha voglia di godersi in pace la sua famiglia italiana, anche se lui giura che l’esperienza gli ha portato la serenità: «Per anni ho giocato solo per evitare le critiche, per portare a casa il 6 in pagella. Ora invece cerco di fare al meglio il mio lavoro e dei giudizi degli altri non mi curo più».

L’Europeo di Morata

Il torneo tedesco lo sta consumando: lo ha cominciato con un gol alla Croazia poi non ha segnato e ha tirato molto poco. Però ha corso e pressato come un dannato: il segreto della Spagna è lui, primo difensore di una squadra d’attacco. «Finisce le partite che è quasi in lacrime, da tutta la fatica che fa per noi. In campo ha lo stesso atteggiamento che ha nella quotidianità: è più di un esempio», diceva giovedì il difensore Vivian. E Olmo, tre gol come Kane, ieri: «Sarei felice se il gol decisivo lo segnasse Morata, se lo meriterebbe». Glielo ha augurato pure Iniesta, l’eroe del Mondiale 2010, mentre il ct De la Fuente è andato oltre: «Se potessi reincarnarmi in uno dei miei giocatori, vorrei essere Alvaro Morata». Non esiste complimento migliore.

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