Berlino – In Inghilterra non c’è spazio per il pessimismo, in queste ore che precedono la finale dell’Europeo con la Spagna. Perfino il neopremier Starmer ha lasciato intendere che potrebbe concedere un giorno di festa nazionale, se le cose andassero bene. Al centro dell’attenzione e degli elogi c’è improvvisamente il ct Gary Southgate: la parte più volubile della critica, dopo averne chiesto per settimane la testa, plaude all’intenzione trapelata dalla FA, la federcalcio di Londra, di varare con lui il piano Mondiale 2026, a prescindere dal risultato di domani sera. Il diretto interessato, che in caso di successo secondo il Sun avrebbe un premio di 4 milioni di euro (contro i 300 mila del rivale spagnolo De La Fuente) e secondo la stampa inglese sarebbe tentato di lasciare la panchina dopo la finale, non nasconde a sua volta l’ottimismo, parlando attraverso lo slogan che compare sulla parte posteriore delle sue scarpette: “Tutto è possibile”.
La toccante lettera di Eriksson
Arriva però da un ex ct dell’Inghilterra, lo svedese Sven Goran Eriksson che la allenò tra il 2001 e il 2006, l’augurio più commovente. Eriksson, che nei mesi scorsi ha rivelato di essere malato di un tumore, nel suo articolo per il Telegraph si è direttamente rivolto a Southgate: “Questa finale sarà molto aperta e credo che l’Inghilterra abbia una grandissima occasione. Anche se non mi sono sentito bene nell’ultima settimana, guarderò la partita alla televisione e mi piacerebbe vedere vincere l’Inghilterra, come desidererebbe ogni ct che ha provato a vincere un grande torneo per questa squadra, dopo il Mondiale del 1966. Forza, Gareth. Fai quello che noi non siamo mai riusciti a fare”.
Eriksson: “Southgate il migliore dopo Ramsey”
Le argomentazioni di Eriksson spaziano dalla tattica alle emozioni: “Il lavoro di allenatore della nazionale inglese porta con sé una pressione meravigliosa. Si sente tanto parlare del 1966 e di quella squadra allenata da Sir Alf Ramsey. Oggi ci sono tante aspettative su di voi, perché possiate mettere fine a tutti questi anni di sofferenza: è una pressione che io ho avvertito, che Sir Bobby Robson ha sentito e che ognuno dei tredici manager dopo Sir Alf ha certamente sperimentato. Nessuno di noi è riuscito a vincere, però nessuno ci è andato più vicino di Gareth Southgate, sicuramente il miglior allenatore inglese dai tempi di Sir Alf. Se domenica vincerà a Berlino, credo che dovrebbe essere considerato così”.
Eriksson e lo psicologo
Il tecnico svedese è tornato inoltre sulla propria esperienza personale alla guida dell’Inghilterra, rimproverandosi di non avere ingaggiato uno psicologo, perché l’aspetto psicologico, spiega Eriksson, è fondamentale come hanno dimostrato i calci di rigore dei quarti di finale con la Svizzera, tutti segnati dai calciatori inglesi, con l’aggiunta della decisiva parata di Pickford sul tiro di Akanji: un tabù superato: “Gareth ha imparato dagli errori del passato, soprattutto nella gestione del blocco mentale sui rigori, ed è arrivato più lontano di tutti noi suoi predecessori, dopo Sir Alf Ramsey. Ora lui, i suoi giocatori e l’intero Paese devono sapere che l’Inghilterra può vincere. Se credi in qualcosa, può succedere, anche battere la Spagna in finale”.