Nessun dorma! L’imperativo è categorico e precede, sulle note della Turandot, l’entrata in scena del nuovo galáctico di Florentino Pérez. Kylian Mbappé ha firmato, stamattina, il contratto che lo lega al Real Madrid fino al 2029 e il presidente merengue lo ha ringraziato del tanto agognato autografo preparandogli un’accoglienza da popstar nello stesso scenario che, qualche settimana fa, ha ospitato la doppia esibizione di Taylor Swift. Ebbene, il fenomeno di Bondy ha fatto meglio della superstar a stelle strisce che, nei suoi due concerti nel tempio madridista era riuscita a congregare 150 mila spettatori. A dare il benvenuto al crack francese, infatti, c’erano più di 80 mila tifosi: si tratta dei più veloci ad assicurarsi i tagliandi che il Real ha messo a disposizione gratuitamente online e che qualcuno – i soliti furbetti – ha addirittura messo in vendita a oltre 100 euro. E non è da escludere che sia riuscito anche a venderli.
Florentino: “Sei qui perché lo hai voluto tu”
La febbre Mbappé, infatti, impazza già da un po’ nel capitale del regno di Spagna, dove per una sua maglietta con il numero 9 ereditato da Karim Benzema bisogna aspettare tra le quattro e le sei settimane perché le scorte che aveva preparato il club madrileno sono andate a ruba in pochissime ore: “Oggi sei qui perché lo hai voluto tu. Caro Kylian, grazie per aver fatto uno sforzo che molti non possono nemmeno immaginare. Benvenuto a casa tua, benvenuto al Real Madrid”, il messaggio con il quale il presidente Pérez ha chiuso il proprio discorso provando a prendere e abbattere due, o forse anche tre, piccioni con la stessa fava. Da una parte, infatti, è chiara la frecciatina al Paris Saint Germain che ha ritardato di almeno due anni questo momento e ha fatto di tutto, fino alla fine, per mettere il bastone tra le ruote a Pérez. L’antifona, però, era diretta anche ai tifosi più permalosi che non gli hanno ancora perdonato il dietrofront di due anni fa, quando sembrava tutto fatto e, invece, lo sceicco riuscì a farlo tornare sui propri passi mettendo sul tavolo della trattativa un assegno da capogiro, anzi due perché la cifra che ci ha scritto sopra era troppo lunga per entrarci in uno solo. Tentativo disperato con il quale Al Khelaifi aveva riprovato a far cambiare idea, lo scorso inverno, a un Mbappé che questa volta ha, invece, mantenuto la parola data al madridismo. E, quindi, il messaggio criptato – ma nemmeno tanto – suona, più o meno, così: “Cari tifosi, siate contenti di lui perché pur di venire da noi ha rifiutato un’altra vagonata di denari”.
La Supercoppa il primo trofeo, setto nasale permettendo
A muovere Mbappé verso la propria decisione, questa volta, è stata l’ambizione di vincere finalmente il trofeo che, la scorsa primavera, ha visto sollevare a Vinicius, Bellingham e compagnia. Quella Champions League che il campione del mondo francese non è ancora riuscito a mettere nella propria personalissima bacheca: “Benvenuto nel miglior club del mondo”, il saluto social di Rodrygo che una presentazione del genere non l’ha avuta e come lui nessuno, perché nemmeno Cristiano Ronaldo, costretto a condividere la ribalta con Benzema e Kaká, era riuscito a portare al Bernabéu tanta gente. Un onore, ma anche un onere come ha ricordato Luciano Pavarotti sulle note finali di Puccini: “Vincerò”. Il terzo messaggio, infatti, Florentino l’ha indirizzato sottilmente allo stesso Mbappé: “Abbiamo appena vinto, ma per sua stessa natura, questo club non si volta mai indietro ma guarda sempre alla prossima vittoria”. Ed è per questa ragione che la Tartaruga sa bene che dovrà cominciare a correre sin da subito. Il suo esordio ufficiale con la camiseta blanca dovrebbe arrivare il prossimo 14 agosto nella gara di Supercoppa europea contro l’Atalanta a Varsavia. Tutto dipenderà, non solo dalle decisioni di Carlo Ancelotti, ma anche da quelle dello staff medico blanco che, ieri, durante le visite di rito, ha controllato anche la situazione del suo setto nasale, fratturato nella gara d’esordio all’Europeo contro l’Austria e che potrebbe costringerlo a tornare sotto i ferri per evitare scocciature in futuro. Anche perché di portare la maschera, come ha fatto capire nella semifinale contro la Spagna, non ne vuole sapere.
Mbappé: “Realizzo un sogno di quando ero bambino”
“Oggi realizzo un sogno che faccio sin da quando ero un bimbo”. Vestire la maglia del Real Madrid, però, non basta più. È stato lui stesso, infatti, ad ammettere che archiviato un sogno, ne comincia un altro: “Ora il mio sogno è quello di cominciare a vincere per poter essere all’altezza della storia di questo club, il più grande al mondo”, ha assicurato nel suo ottimo spagnolo, imparato per tempo, consapevole che prima o poi il suo sogno si sarebbe realizzato. E così, dopo aver baciato lo scudo del Real e aver esortato i tifosi a seguirlo nel suo primo “Hala Madrid”, il copione prevedeva la foto davanti alle quindici Coppe dei Campioni-Champions League conquistate dal club blanco. Ad accompagnarlo, oltre a don Florentino, altri due miti del madridismo che sanno bene cosa voglia dire vincere una coppa dalle grandi orecchie con la camiseta blanca: il presidente onorario José Martínez Sánchez, meglio conosciuto come Pirri, e Zinedine Zidane, la nota informale della presentazione del proprio figlioccio calcistico con i suoi pantaloni alla caviglia bianchi e un paio di scarpe che più comode e estive non si può. Una licenza poetica e di colore che un artista come lui si può permettere senza che nessuno, nemmeno il formalissimo presidente Pérez, si possa sognare di farglielo notare.