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Alessandro Melli su Perugia-Juventus del 2000: “Negli spogliatoi cercammo l’accordo per il pareggio, in tre si rifiutarono”

L’ex attaccante racconta un retroscena sulla partita che diede lo scudetto alla Lazio

Chi ha dimenticato l’acquazzone di Perugia del 2000? Nessuno davvero: lo scudetto della Lazio arrivato alla fine di una giornata epica, con sorpasso all’ultima giornata sulla Juventus sconfitta al Renato Curi da un gol di Calori sotto il diluvio torrenziale. Eppure, di quel pomeriggio non sapevamo tutto. Almeno secondo Alessandro Melli.

Qualcuno ricorderà forse che Melli era il centravanti, più che altro di scorta, di quel Perugia allenato da Carlo Mazzone. Presidente Luciano Gaucci. Di quel giorno del maggio 2000 Melli ricorda ora, a distanza di oltre 24 anni, un particolare tutt’altro che trascurabile: “Negli spogliatoi provammo a metterci d’accordo con la Juve per pareggiare e loro sarebbero andati a fare lo spareggio. I giocatori della Juve non accettarono questa proposta, soprattutto Davids, Zidane e Montero. Fu un pour parler di nascosto tra i giocatori più importanti. Giocammo una partita irregolare che finì come finì per un episodio”. L’episodio è il gol di Calori: la Juve perse, Lazio campione d’Italia.

Ma perché i giocatori del Perugia avevano pensato un accordo simile? in fondo, per la Juventus era chiaramente inaccettabile, Melli lo spiega così: “Eravamo salvi e non avevamo niente da chiedere in campionato, la Juve doveva vincere per vincere il campionato, e veniva da una settimana di polemiche per il gol di Cannavaro con il Parma. Erano scortati che sembravano dei pregiudicati. Gaucci era legato alla Lazio e al Banco di Roma, in settimana ci chiese di fare di tutto per vincere e che ci avrebbe dato anche un premio perché voleva che la Lazio vincesse il campionato, per interessi personali. Se avessimo perso ci avrebbe portato in Cina in ritiro”. Meli racconta poi come, secondo lui, sarebbe stato convocato per i Mondiali di Usa ‘94 da Arrigo Sacchi se non fosse stato per un suo errore: “Rimasi fuori dalle convocazioni per Usa ’94 perché mi rifiutai di andare in panchina in una gara del Parma con Nevio Scala allenatore. Sacchi era molto integralista, aveva un codice etico e poca flessibilità, questo è stato uno dei suoi limiti. Le regole sono importanti, ma devono essere flessibili. All’epoca la sua scelta mi diede fastidio, ma ora ho capito che feci un errore”.

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