Fossimo in Nba a un certo punto si sarebbe sentito cantare dagli spalti «Defense, defense», visto che il Bologna quella proprio non la fa vedere nel primo test con avversario significativo della stagione. Anche se alla fine alla Raiffesein Arena di Bresannone partono gli applausi, se la miglior difesa è l’attacco allora con Castro e Orsolini quello ha dato sorrisi, ma dall’altra parte del campo è stato un pianto greco contro l’Asteras Tripolis, metà classifica dell’A ellenica. A 17 giorni dalla prima in campionato il 3-3 è un campanello d’allarme che palesa la necessità di almeno un difensore, e probabilmente non solo. In difesa Italiano va con gli unici centrali con cui ha potuto lavorare in ritiro, compreso Ilic in campo 77’ (poi uscito infortunato): dire che non ha convinto è un generoso eufemismo. Gara di disastri iniziata capitombolando a terra nell’azione in velocità con cui Bartolo porta subito avanti i greci, figuraccia pure per Beukema saltato con facilità. È tutto il reparto che non gira e si fa trovare fuori posizione anche su giocate in verticale elementari o su un lancio profondo che scavalca la linea altissima nel 3-3 di Adam. E già il Bologna era stato quattro volte salvato da Skorupski. Prendere in fretta il centrale era una priorità prima, figurarsi ora. Non a caso si sta definendo l’acquisto di Erlic, difensore centrale croato del Sassuolo per una cifra intorno ai 7 milioni. Operazione che non esclude le altre piste aperte, da Hummels a Bijol dell’Udinese, Logan Costa del Tolosa e Niakatè del Braga, mentre Hermoso pare già tramontato.
Non bene neppure il centrocampo, privo di Aebischer fuori tre settimane per una lesione. Mancherà alla prima con l’Udinese e rientrerà dopo aver saltato tra ferie e infortunio l’intera preparazione. Il club voleva già un centrocampista (Prass in testa), e si era preso tempo per sistemare la difesa, e non pare al momento orientato a cambiare le tempistiche per lo stop dello svizzero. La sua assenza si aggiunge però a quella di Ferguson (si vocifera di un interesse dell’Inter in ottica 2025, discorso davvero prematuro), senza contare che Urbanski negli ultimi giorni ha sempre lavorato a parte. El Azzouzi è alle Olimpiadi. Con l’Asteras per scelta e per forza si va con Moro, che regala il pallone del 2-2 ai greci, Fabbian e il Primavera Byar (uscito pure lui per acciacchi), in una formazione ancora assai rimaneggiata.
Non davanti, probabilmente, dove Castro e Orsolini sono le note liete e si confermano uomini più in palla dell’estate. In gol entrambi, anche assist per l’esterno che sa da sempre che sarà protagonista del Bologna di Italiano, meno scontato era per l’argentino che convince a pieno e sembra ormai certo di iniziare la stagione da titolare, molto più di Dallinga che quando entra resta fuori dal gioco. La voglia di spaccare il mondo di Castro invece si percepisce a ogni palla e 900 spettatori saliti a Bressanone la sottolineano, come quando al 13’ segna un gol che per movimento ricorda vagamente il primo della scorsa stagione di chi lo ha benedetto come erede, quello di Zirkzee al Cesena. Il 2-1 di Cambiaghi con cross sbagliato è fortunoso, mentre quando Odgaard entra giostra da trequartista dietro Dallinga (come quando Italiano a Firenze usava Beltran dietro Belottti), ma la prova non funziona finendo per sbilanciare la squadra. Né va come sperato la linea difensiva tenuta sempre molto alta, dando idea che ci sia su quello ancora da lavorare.