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Atalanta al bivio fra il blitz per Retegui e la fuga di Koopmeiners

L’arrivo del numero 9 dal Genoa per sostituire l’infortunato Scamacca è una prova di forza. Ma l’appeal del club non è ancora alla pari delle grandi

La potenza raggiunta dall’Atalanta è fotografata dalla rapidità con cui ha acquistato Mateo Retegui dal Genoa. Quarantott’ore dopo la conferma chirurgica che per Scamacca se ne riparlerà a primavera, il vuoto alla posizione di centravanti è stato riempito con una spesa non piccola (22 milioni la base): non è tanto la scelta a colpire — e sì che sostituisci il 9 della Nazionale con la sua riserva in azzurro — quanto la velocità dell’offerta-che-non-si-può-rifiutare. Le cronache di mercato raccontano trattative che si allungano per tutta l’estate, e che pur coinvolgendo i grandi club salutano con la ola ogni passo avanti da centomila euro. L’Atalanta, invece, sfrutta la forza del suo portafoglio per intervenire col massimo tempismo: due anni fa c’erano altri club (anche italiani) a Graz, a negoziare la richiesta dello Sturm di 20 milioni per Hojlund. L’Atalanta non discusse nulla. Veni vidi vici. Versò l’assegno completo, portò a Bergamo il talentuoso danese, e un anno dopo di milioni per lui ne incassò 75 dal Manchester United. Se ci credi e puoi permettertelo, un giocatore non costa mai troppo.

Koopmeiners vuole solo la Juventus

È chiaro come l’imminenza della Supercoppa Europea, il punto più alto nella storia del club, abbia ulteriormente accelerato la definizione di Retegui. Mercoledì a Varsavia, contro il Real Madrid, sarà una serata di puro orgoglio bergamasco, e a questo tipo di appuntamenti ci vuoi arrivare col vestito della festa. È anche per questo che le rivelazioni all’Eco di Gian Piero Gasperini relative alla rottura con Koopmeiners in parte sorprendono: detto che il desiderio del centrocampista olandese di cambiare aria era noto dall’inverno, con la Juventus destinazione auspicata, si pensava che la questione fosse rientrata. Un infortunio aveva costretto Koop a saltare l’Europeo, quindi c’era stato tutto il tempo per confrontarsi con la società, e infatti le recenti parole dei Percassi sulla sua incedibilità erano parse definitive.

Il fascino dell’Atalanta sul mercato

Malgrado ciò la riapertura del fronte Koop-Juve, denunciata da Gasperini che non vuole farsi crescere l’erba sotto i piedi, sorprende fino a un certo punto perché l’unica realtà che l’Atalanta non è riuscita a sovvertire all’interno del suo favoloso ciclo è il fascino superiore dei grandi club storici. Gasperini è al nono anno a Bergamo. Già nel torneo 2016-17, il primo, guidò la squadra al quarto posto, ma nel giro di due mercati perse Kessié e Conti (Milan), Gagliardini e Bastoni (Inter), Spinazzola e Caldara (Juve), Cristante (Roma). Non tutti hanno fatto un carrierone, ma allora si capì che a prescindere dai risultati il destino dell’Atalanta non cambiava: produttrice di giocatori, prima che consumatrice. Siccome però la goccia scava la pietra, a furia di portare la squadra in Champions — questa sarà la quarta volta in sei anni — Gasperini ha aumentato anche il richiamo del club: se Hojlund viene qui per svelarsi, De Ketelaere per ricostruirsi, Scamacca per rilanciarsi (e lo stesso ha appena fatto Zaniolo) vuol dire che l’Atalanta è diventata ambita. Resta un’ultima zona di appeal fuori portata, quella in cui Koopmeiners vuole la Juve, che verosimilmente otterrà. È una zona piccola, residuale. Ma c’è.

Le vittorie storiche dell’Atalanta

Forse è questa lacuna a far storcere il naso a Gasperini quando gli si chiede dello scudetto. Può ambire a vincerlo l’Atalanta che ha trionfato in Europa League distruggendo in finale l’imbattuto Bayer Leverkusen? Certo che sì: una formazione capace di giocare in quel modo, spettacolare ed efficace allo stesso tempo, deve pensare al titolo, altro che può. Mantenere quel livello per 38 gare, però, è un’altra faccenda. In questi anni l’Atalanta ha vinto due volte ad Anfield, in campionato ha battuto due volte Inter e Juve, quattro il Milan e sette il Napoli, ha pareggiato col Manchester City e lo United, ha perso di misura col Real e in extremis un quarto di Champions col Paris St.Germain. Ma gli scudetti si vincono quando riesci a mettere assieme questi esclamativi, e in otto stagioni l’unica volta in cui l’Atalanta è giunta al traguardo senza uno svantaggio in doppia cifra è stato il 2019-20, l’anno della pandemia, quando arrivò terza a 5 lunghezze dalla Juve di Sarri. Quella volta Gasperini fece il record di punti, 78, ripetuto la stagione seguente per un altro terzo posto (ma a meno 13 dall’Inter). Erano anni in cui la coppia Gomez-Ilicic, col braccio armato Zapata, costituiva il miglior attacco della Serie A: tre titoli consecutivi, da 77, 98 e 90 gol.

I numeri dell’Atalanta di Gasperini

Gasperini non conosce problemi in attacco, mentre il suo stile di gioco coraggioso ha creato qualche problema in difesa, mai tra le migliori. Impressiona la sequenza di reti subite fra 2019 e 2023, praticamente sempre le stesse: 46, 48, 47, 48 e 48. Qualcosa è stato migliorato l’anno scorso (42), e non a caso la squadra è tornata in Champions sfruttando finalmente il fattore campo: 41 punti al Gewiss, record del ciclo, contro 28 fuori. Gioverà ricordare che dopo tre anni in uno stadio-cantiere, l’Atalanta da settembre giocherà nell’impianto finito.

Come gioca l’Atalanta

Sconfitto tre volte in finale di coppa Italia, Gasperini ha sempre detto di non sentirsi sminuito per questo: il fatto di esserci arrivato con l’Atalanta costituiva già patente di capacità. Il discorso è filosoficamente delicato — per giorni alle Olimpiadi non si è parlato d’altro — e non c’è tecnico italiano che sia stato apprezzato più di lui in questi anni. Se ci pensate, col ritorno al gioco uomo contro uomo è l’unico ad aver “aperto” una scuola. Noi però pensiamo che il successo sul Bayer Leverkusen gli abbia fatto salire l’ultimo gradino, quello alto il doppio, perché vincere è come saper nuotare: una volta che l’impari non te lo scordi più. Le finali sono equilibrate per definizione: trovare il modo di vincerle è l’ultimo talento da sviluppare. È per questo che la stagione dell’Atalanta ci lascia fiduciosi malgrado gli infortuni e la probabile perdita di Koopmeiners. Perché dai Percassi a Gasperini fino ai giocatori, il 3-0 al Bayer ha cambiato lo status di tutti.

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