“Avevo tante altre offerte, in Sudamerica e in Italia, ed anche altrove, ma ho deciso di tornare qua per sentirmi a casa ed essere felice. Sono tornato perché sono tifoso dell’Udinese: è stata la mia prima squadra fuori dal Cile”. È il passaggio chiave della conferenza stampa di presentazione di Alexis Sanchez, tornato a Udine dopo 13 anni dalla prima volta, in una carriera che lo ha visto vincere ovunque, dal Barcellona all’Arsenal, dal Manchester United all’Inter, con cui ha appena conquistato la seconda stella.
Il messaggio all’Inter
Proprio ai nerazzurri ha dedicato un messaggio di affetto: “Ero felice, ma se mi avessero chiesto di continuare un anno sarei andato via lo stesso. Sono stati tutti spettacolari con me e ci tengo a ringraziare tutti a Milano”.
L’amore dei friulani
La molla che ha fatto scattare il sì per il grande rientro in Friuli non è stata economica: “A questo punto della carriera non mi cambia niente, ho scelto chi ha lottato di più per avermi. Conta l’amore che uno prova per te. E devo dire una cosa: per capire i friulani devi viverci almeno un anno insieme, perché sembrano freddi, ma quando li conosci davvero sono straordinari, ti danno il cuore”.
L’incontro con l’allenatore
“Siamo una squadra positiva, con la giusta mentalità e un allenatore molto propositivo, di cui, in questi pochi giorni, ho avuto un’ottima impressione, è un vincente anche lui come mentalità – ha assicurato l’attaccante cileno – L’anno scorso ha inciso molto la sfortuna, ma penso che ora faremo bene. La sera della nostra vittoria in campionato, con rete di Frattesi, ho cercato di rincuorare i bianconeri: ero certo che si sarebbero salvati”.
Una squadra da guidare
Qualcuno gli fa notare che alla soglia dei 36 anni e dopo 18 anni di carriera professionistica quell’appellativo Nino Maravilla rischia di essere riduttivo e che dovrà caricarsi sulle spalle una squadra zeppa di giovani promesse, tra cui il suo connazionale Pizarro: “E’ vero, oggi sono un hombre. Sono sempre stato abituato alle pressioni, mi piace e voglio essere il più professionale possibile. Ovunque vado voglio vincere qualcosa”.