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Conte furioso, a Napoli la luna di miele è finita. “Siamo a zero, lo scudetto è stato un tranello per la gente”

Lo sfogo del nuovo tecnico azzurro poche ore prima dell’esordio in campionato a Verona: “Meglio essere chiari subito”

Attenzione, la strana coppia fa volare stracci e stoviglie già in viaggio di nozze. Lo sposino Antonio Conte si è accorto che il suo consorte, Aurelio De Laurentiis, ha messo in vendita dieci giocatori, non riesce a cedere Osimhen e in sostanza non gli ha arredato il nido d’amore. Ma sarà poi amore? «Speravo meglio, Mi aspettavo di trovare sorprese positive, ma ho avuto difficoltà a trovarne. Se non siamo a zero, poco ci manca».

Napoli, Osimhen blocca il mercato di Conte

Lui che non è l’accomodante Ancelotti, lui che a Napoli non ha vinto uno scudetto come Spalletti, per citare due predecessori andati via in malo modo, è già pieno di dubbi. Nella conferenza stampa prima del debutto a Verona, la scritta che scorre alle sue spalle — “Proud to be Napoli” — è assai beffarda. Antonio mette le mani avanti? Ha già capito tutto? Il cerino è corto e brucia? Forse, più semplicemente, Conte non vuole ingannare nessuno: «Parlo adesso perché è meglio essere chiari. Al Napoli c’è bisogno di una ricostruzione totale, dalle fondamenta, altrimenti non ci sarebbero dieci o dodici giocatori sul mercato. E il mercato, lo sapete, è bloccato. Osimhen è una situazione pregressa che ho trovato, ora cercheremo soluzioni per tamponare: se serviranno sei mesi, un anno, due o tre non lo so. Ma so per certo che il decimo posto dell’anno scorso, con distacchi siderali, non è stato frutto di un caso o di sfortuna, ve lo posso garantire. Devono saperlo anche i tifosi».

Conte e gli addii del passato

Antonio Conte è quello del ristorante da 100 euro dove non si può andare con 10 euro in tasca, ma quella era la Juve e qui il ristorante sembra pure chiuso. Lui è quello che sbatte la porta in faccia ad Andrea Agnelli un 14 luglio, ma qui siamo al 18 agosto e ancora non è cominciato niente. Quello che molla l’Inter dopo uno scudetto perché teme il ridimensionamento di Suning. Quello che da ct, dopo una magra vittoria sull’Albania, tuona: «La Nazionale è vista soltanto come un fastidio. Nessuno ti aiuta. Ti volti, e vedi che sei solo». Ma quello era l’azzurro d’Italia, non di Napoli, invece la solitudine non cambia mai, è sempre un copia e incolla. Nel caso di Conte/De Laurentiis, forse, coppia e incolla.

Conte: “Lo scudetto ha confuso le idee alle persone”

Tra le molte cose ruvide e appuntite che l’allenatore del Napoli ha offerto alla platea, una lo è forse più di tutte: «Qui c’è il tranello grosso di due anni fa, che confonde le idee e butta fumo negli occhi alla gente». Il tranello sarebbe lo scudetto, quel pezzo di storia del calcio che adesso, nell’immaginario di Conte, diventa un subdolo inganno, una pericolosa illusione: perché la squadra che lui ha trovato non è quella del magico gioco, ma del recente disastro. Insomma, una nuttata piena e profonda, buia come un pozzo d’inchiostro. Possibile che Antonio Conte si accorga soltanto adesso di esserci cascato dentro in una notte senza luna? La sua carriera, oggi, è questa notte?

La strategia di Conte

Forse è strategia, forse è la lunga esperienza che suggerisce di parlare per tempo, forse invece è un sincero imbarazzo per qualcosa che non pareva così, non a tal punto. Per esempio si legge, neanche troppo tra le righe, che il Napoli non ha più attrattiva. Dice Conte: «Bisogna convincere i giocatori a venire qui, ma praticamente non facciamo le Coppe e questo è un handicap notevole». L’ex allenatore della Juve, la sua vera maglia indelebile, e della Nazionale, è avvilito anche dal confronto con le avversarie: «Se mi guardo attorno, vedo altre squadre con situazioni consolidate, dove vengono aggiunti pezzi e dove non ce ne sono una decina in uscita». Però, davvero, Antonio e Aurelio, non così. Non ora. Provate a volervi ancora bene. Se non è amore, che sia almeno un calesse.

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