Se Carneade non fosse il filosofo greco sconosciuto a don Abbondio ma, poniamo, un giovane calciatore brasiliano, pronuncia Carnèagi, giocherebbe nella Juventus e Thiago Motta lo manderebbe in campo. Carnèagi, naturalmente, farebbe subito gol. La stessa cosa gli accadrebbe nell’Atalanta o nel Verona, squadre che alla prima di campionato hanno goduto di prodezze senza certificazione pregressa, forse occasionali ma non casuali, da parte di personaggi che si chiamano Brescianini, Mosquera e Rocha Livramento. Buon Fantacalcio a tutti.
Tanti big restano a guardare
E così, con il mercato aperto che molte strade chiude, la serie A lascia fuori alcuni dei suoi calciatori più forti tra i non moltissimi rimasti. Tra color che son sospesi abbiamo un azzurro come Chiesa, il prodigioso Koopmeiners, il fantasmagorico Osimhen, nonché Lookman risolutore di finali e Dybala l’irrisolto. Gente forte, che però cammina sul cornicione delle trattative: Chiesa lascerà (forse) la Juve che ha praticamente preso Koopmeiners, Osimhen potrebbe andare al Chelsea, così magari torna in Italia Lukaku, e per Dybala sono ancora pronti gli arabi.
Da molti anni non si ricordava un inizio con assenze tanto presenti e pesanti, e relativo corollario di capricci, ricatti, ritorsioni e certificati medici che neppure alla mutua più accomodante: pezzi di carta che evocano i primi anni Novanta, quando il mercato viveva di finte non inferiori a quelle dei fantasisti che a quel tempo, beato chi c’era, davvero non mancavano.
Campionati al via a mercato chiuso, no della Spagna
Questo accade quando i campionati iniziano a trattative spalancate. Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Calcio, ha detto che non è utopia pensare a una serie A che cominci a trasferimenti chiusi, ma per quest’anno non è stato possibile: si è messa di traverso soprattutto la Liga, nel timore che gli arabi (che chiudono dopo) potessero arrivare e servirsi con comodo. È evidente che un nuovo disegno dei calendari debba trovare d’accordo tutte le principali leghe europee. Forse l’anno prossimo, anche se sarà un problema contrarre la stagione prima dei Mondiali.
Arabia, la bolla si sta sgonfiando
L’ombra araba continua dunque a condizionare, sebbene la Saudi Pro League abbia al momenti sborsato non più di cento milioni di euro per le spese nel vecchio continente, contro il miliardo del 2023. La bolla si sta sgonfiando, le presenze negli stadi calano a dispetto di Cristiano Ronaldo, Benzema, Neymar e compagnia, e gli ascolti televisivi non sfondano.
Il caso Dybala
Con o senza arabi, però, la serie A è inchiodata dalle manovre di agenti e dirigenti, ma anche di giocatori che ormai firmano contratti pressoché fittizi, dove la data di scadenza, reale, rappresenta un tempo teorico e aggirabilissimo. A nulla serve, alla Roma, il forte sospetto che una manciata di minuti di Dybala a Cagliari abbiano pesato più di quelli di tutti gli altri: l’argentino se ne andrà lo stesso.
Osimhen blocca il Napoli
Il campionato degli sconosciuti è affascinante e creativo, ma alla lunga può reggere? Saprà emozionare? Costerà molto, ai napoletani, non avere più Osimhen, il cui futuro incerto sta bloccando ogni trattativa. Questo, più di altro, ha portato Conte a quella discutibile esternazione prima che si cominciasse a perdere.
Mbangula e Livramento, che sorprese
Ma dove sono finiti i fuoriclasse? Quasi tutti altrove, si direbbe. E allora è meglio accettare caramelle dagli sconosciuti, ad esempio da Samuel Mbangula, 20 anni, valore di mercato (prima di Juventus-Como) 233 mila euro. Sempre più dei 184 mila relativi a Nicolò Savona, l’ultimo difensore della serie bianconera. Per non dire dei nuovi veronesi che hanno strapazzato il Napoli e che ben pochi avevano mai sentito nominare: il colombiano Daniel Mosquera e Dailon Rocha Livramento, arrivato da Capo Verde mentre Osimhen se ne rimaneva a casa.
Forse bisogna davvero trovare un accordo internazionale, per non abbandonare l’inizio di ogni stagione a squadre a metà. Nessuno lo sopporta, meno che mai gli allenatori, ma forse anche i calciatori sono stufi di essere o ricattati o ricattatori. Forse, anche a loro un po’ ripugna dover andare dal medico per un certificato fasullo, come quando si falsificava la firma di papà sul diario dopo un brutto voto. È serio, tutto questo? E lo è accordarsi con gli atleti sotto contratto, spingendoli poi a non allenarsi né giocare più con il vecchio club? Mezzucci antichi, operazioni da magliari che l’epoca del libero scambio dovrebbe cancellare. E invece no. Speriamo solo che gli arabi non ci portino mai via Carnèagi.