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“Il calcio non è come il volley”. Il malcontento di Trigoria attorno allo staff medico

Nell’ottica di una spending review generale, la Roma ha scelto di tagliare anche i costi del settore giovanile: i ragazzi dall’Under 14 in giù si dovranno pagare le visite mediche

«La pallavolo è un’altra cosa». È iniziato tutto così, con quella che solo a prima vista è una battuta. Poi il ritornello, a forza di ripetizioni, è entrato nella testa dei giocatori. Tanto che ora la Roma rischia di restare invischiata in una complicata controrivoluzione. Si parla del comparto sanitario del club. All’inizio dell’estate, in nome della spending review, la società giallorossa ha stracciato i contratti di medici, fisioterapisti e massaggiatori. Poi si è affidata a Roberto Vannicelli, nuovo responsabile sanitario con una lunga esperienza nel mondo del volley. Così è nata la battuta. Sulle prime risate, poi i primi bronci tra i giocatori. D’altronde il tema degli infortuni è sentitissimo dalle parti di Trigoria: la Roma nell’ultimo decennio ha pagato il suo tributo alla cattiva sorte con infortuni gravissimi e negli ultimi due anni ha fatto i conti con i muscoli di cristallo di Paulo Dybala.

Ecco perché, tutto sommato, lo scherzo sulla “pallavolo” è durato poco. E perché nello spogliatoio ci si interroga sulle scelte del club, sull’ingaggio di professionisti che con il calcio non hanno mai avuto a che fare. Il risultato è che da oltre un mese Vannicelli lavora sotto pressione, cercando di costruire il necessario rapporto di fiducia con l’allenatore e gli stessi calciatori. L’incubo, mentre iniziano a serpeggiare le prime voci di sostituzione, è che il primo infortunio possa pesare sulle scelte della dirigenza. Si vedrà. Per ora il club tiene la barra a dritta e conferma le proprie scelte. Fatto sta che sulla graticola accesa dai malumori dei calciatori sarebbe finito pure Emanuele Gregorace, nuovo medico sociale del club. Il 31enne è stato sponsorizzato da Walter Martinelli, capo dei fisioterapisti del club e uomo di fiducia del presidente Friedkin. Una rivoluzione approvata dalla ceo Lina Souloukou e imposta all’allenatore.

A proposito di tagli e dei loro effetti, questi si sono fatti sentire subito anche sul settore giovanile. Da quest’anno infatti tutti i ragazzi dall’Under 14 in giù sono stati costretti a pagare di tasca propria il certificato di idoneità sportiva. Una scelta che ha portato ad un risparmio annuo di 7.000 euro, poco meno di 100 euro a ragazzino. E i genitori? Pare l’abbiano presa malissimo.

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