Nel nome del (Santo) Padre. Felipe Bergoglio, pronipote di papa Francesco, gioca in Serie D col Trestina, squadra umbra di Città di Castello. Stesso accento e stessa passione per il calcio del parente più illustre, Felipe fa il difensore centrale, sempre impiegato dal tecnico Simone Calori nelle prime amichevoli stagionali.
L’arrivo in Italia nel 2023
In campo il suo cognome non passa certo inosservato: “Sono orgoglioso di portarlo sulla maglia”, ha dichiarato il ventenne argentino a La Nazione, che lo ha intervistato per raccontare la sua storia, dall’infanzia fino all’arrivo in Italia nell’agosto del 2023. Bergoglio ha iniziato la sua esperienza italiana nel campionato di Promozione romagnolo (22 partite) con la maglia del Misano. Pronto per la nuova esperienza nei dilettanti, guarda al futuro con speranza, senza dimenticare la sua storia: “Mio nonno Jorge Bergoglio è il cugino diretto del Papa; si chiama proprio come il Santo Padre e quando venne nominato il 13 marzo 2013, tanti in quel periodo pensarono che fosse appunto mio nonno. Non avevo ancora dieci anni ma ricordo bene quei momenti di festa in casa”.
L’incontro da organizzare
Terzo di quattro fratelli, Felipe e la sorella Clara non hanno ancora avuto occasione di incontrare il pontefice: “Nei prossimi mesi contiamo di raggiungere Roma e conoscerlo di persona. Non vedo l’ora, sono sicuro che sarà una grande emozione. Mio padre Matias mi ha detto che papa Francesco spesso si informa della nostra famiglia – aggiunge il ventenne –, vuole sapere tutto”. Comprensibile, visto il suo grande amore per il calcio.
I compagni e la benedizione
Papa Francesco ha sempre confessato di essere un grande tifoso del San Lorenzo. “Il pallone – aveva spiegato qualche anno fa – dev’essere un mezzo per condividere amicizie e mettersi alla prova, in quello che, opinione personale, è il gioco più bello del mondo”. In attesa dell’incontro, Felipe si gode l’affetto dei suoi compagni di squadra, che spesso “mi chiedono una benedizione prima di ogni partita. Capita anche quando si infortunano, ormai sono abituato”.