Milano – In una partita vischiosa, giocata dai ventidue in campo come se l’aria calda di San Siro fosse melassa, l’Inter ha strappato la vittoria che le serviva. Di fronte si è trovata un Lecce volenteroso, ma evidentemente ancora scosso dalla tranvata presa settimana scorsa contro l’Atalanta. La squadra di Inzaghi, che a Genova aveva regalato troppo e aveva finito per farsi rimontare nel finale, nel suo stadio ha ritrovato la tranquillità dei forti, con cui ha dominato il campionato nella scorsa stagione. L’allenatore, dopo i due gol presi nella gara d’esordio, ha passato novantasei minuti a chiedere diagonali più precise, chiusure più incisive, pressing quando serve. La squadra lo ha seguito ed è finita 2-0 con un gol per tempo, senza slanci ma senza patemi. E visto quello che succede altrove, a Castel Volturno e a Milanello soprattutto, per i nerazzurri è una buona notizia. Anche se la prova vera sarà venerdì, sempre al Meazza, contro la squadra di Gasperini.
«La cronaca della gara»
Nel primo tempo l’Inter ha fatto un tiro in porta e un gol. Poi ha controllato, evitato rischi, gestito e attaccato il poco che bastava. Inzaghi non se n’è disperato, chiedendo semmai più vigore quando la palla l’aveva il Lecce. A segnare, dopo cinque minuti, è stato Darmian, dimenticato dai difensori e innescato di testa da Taremi. L’iraniano, in campo al posto di Lautaro infortunato, è un raro esemplare di attaccante che ama condividere l’area coi compagni. Avendo quasi sempre giocato in carriera in schemi a due punte, il suo primo pensiero è passarla a Thuram o a qualsiasi maglia nerazzurra che orbiti dalle sue parti. Un atteggiamento apprezzato dai compagni, forse un po’ meno dal tecnico, che da ex attaccante ogni tanto preferirebbe vedere un tiro sporco rispetto a un bell’appoggio pulito.
Ritmo dimezzato nella ripresa, Calhanoglu chiude i giochi
Nella ripresa la partita è ricominciata a ritmo dimezzato, e quando l’Inter ha dato l’impressione di potere ripetere i pasticci di Marassi, Gaspar ha goffamente placcato in area Thuram. Rigore e gol di Calhanoglu, che non ne sbaglia uno, al punto che lo stadio comincia a esultare durante la rincorsa. In Serie A ne ha segnati 17 su 17, compresi gli anni milanisti. All’Inter, in tutte le competizioni, è a 18 su 18. Nel finale, spazio per Frattesi, che giocherebbe in qualsiasi centrocampo d’Italia, forse d’Europa, ma che all’Inter deve mostrare tutto il buono di cui è capace nell’ultima mezz’ora. E dentro anche Carlos Augusto, subito in palla, a riprova del fatto che la forza della squadra di Inzaghi è data anche – se non soprattutto – dalla profondità della rosa. L’ultimo tassello mancante, un vice-Bastoni che prenda il posto dell’infortunato Buchanan, è stato riempito: a Milano si aspetta per visite mediche e firme il 21enne argentino Tomas Palacios che è alto un metro e 96 ma – assicura chi lo ha seguito negli scorsi mesi – è coordinato come un ballerino.
Il tabellino di Inter-Lecce
Inter 2 Darmian 5’ pt, Calhanoglu 25’ st rig.
Lecce 0
Inter (3-5-2) Sommer – Pavard, Acerbi, Bastoni – Darmian (27’ st Dumfries), Barella (27’ st Frattesi), Calhanoglu (37’ st Asllani), Mkhitaryan, Dimarco (27’ st Augusto) – Thuram (31’ st Arnautovic), Taremi. All. Inzaghi
Lecce (4-2-3-1) Falcone – Gendrey, Baschirotto, Gaspar, Gallo – Ramadani, Pierret (40’ st Berisha) – Dorgu, Rafia (19’ st Pierotti), Banda (19’ st Morente) – Krstovic (40’ st Coulibaly). All. Gotti
Arbitro Di Marco
Note: Ammoniti Gallo, Banda. Spettatori 70.921