Torino – Juventus-Roma è stata una di quelle partite senza un attimo di pausa: dalla noia. È finita senza neanche un gol e con rarissime possibilità per segnarne, con appena un tiro in porta ciascuno. Volendo, si può dare la colpa al caldo e passare oltre, perché in ogni caso Thiago Motta si godrà la sosta da primo in classifica e De Rossi ha evitato l’abisso di un ultimo posto che magari non sarebbe stato preoccupante, ma desolante sì.
«La cronaca della gara»
La Roma ha smaccatamente giocato per lo 0-0, in ogni caso un passo in avanti rispetto al meno di zero delle prime due partite. L’evoluzione della squadra sarà faticosa, per fare il 3-5-2 (ieri assai elastico e alternato al 4-3-3) serve un esterno destro migliore di Celik o uno più specializzato di Soulé, che in prospettiva potrebbe spostarsi in fascia per lasciare spazio a Dybala. Inoltre, la rosa è corta sia dietro sia in mezzo, e chissà che invidia, per quanto i Friedkin non abbiano lesinato sulle spese, deve aver provato De Rossi per i 170 milioni di acquisti freschi (più Danilo, più McKennie…) che Motta ha portato con sé in panchina, sgocciolandoli poi uno dopo l’altro nel corso della partita a cominciare da Koopmeiners, quello arrivato per ultimo e in teoria il meno pronto, dato che per venti giorni s’era dato malato: dei cinque subentrati, in effetti, è stato il più deludente. Ecco, date un’occhiata alle riserve delle due squadre e poi chiedetevi chi sia da scudetto e chi no. Non è una conclusione difficile da trarre.
Juve, tanta voglia ma poche idee
La Juve ha avuto voglia di vincere, ma poche idee per assecondarla. I ragazzi stavolta non hanno fatto miracoli, e i paperoni della panchina nemmeno. Motta è passato dal 4-2-3-1 del primo tempo al 4-1-4-1 del secondo, però i suoi non sono andati al di là di qualche slancio di generosità, specie nella parte centrale della ripresa quando la Roma s’è quasi messa a fare melina e per inerzia i bianconeri si sono avvicinati a Svilar, senza tuttavia mai metterlo nei guai. A conti fatti, l’unica occasione da gol della partita l’ha avuta Vlahovic al 42’, ma il portiere romanista ha deviato il suo sinistro sporco. E la Roma? Un sinistro a fil di palo di Angeliño nel finale, quando alla Juve è venuto il fiatone (strano, con i cinque nuovi, e belli freschi in campo) e i giallorossi si sono ritrovati quasi senza accorgersene nella metà campo avversaria e un paio di iniziative di Dybala hanno persino fatto venire qualche brivido ai suoi vecchi tifosi. Ma parliamo di robetta, piccole cose baluginanti isolate in una serata spenta, sovrastata dall’afa e da un’inattesa paura di prenderle. Se l’allenatore fosse stato Allegri, la Juve sarebbe stata fischiata.
Lo spirito di Yildiz e Soulé
Alla fine quelli che più hanno cercato di ribellarsi alla mediocrità diffusa sono stati i geni giovani, Yildiz e Soulé (meglio il turco dell’argentino), che se non altro hanno giocato con lo spirito e un’insistenza così discordante dalla prudenza generale, ma anche con una lucidità tecnica tanto dissonante dagli errori di base di molti compagni. Non è stata una partita piacevole, per farla breve. Della Juve resta comunque notevole l’organizzazione difensiva, perché Di Gregorio è rimasto imbattuto per la terza volta e, soprattutto, ancora sostanzialmente inattivo, visto che di spifferi i suoi compagni non ne lasciano passare: non è una pessima base di partenza, anche se quella su cui si può costruire il futuro è quella che ieri stava in panchina. La Juve deve ancora mettere a regime mezza squadra, e che mezza squadra: sarà molto diversa, e decisamente più forte, rispetto a quella vista finora.
Juventus (4-2-3-1)Di Gregorio – Savona, Gatti, Bremer, Cabal (1’ st Koopmeiners) – Fagioli (22’ st Douglas Luiz), Locatelli (22’ st McKennie) – Cambiaso, Yildiz, Mbangula (1’ st Conceicao) – Vlahovic (38’ st Nico Gonzalez). All. Thiago Motta.
Roma (3-5-2) Svilar – Mancini, Ndicka, Angeliño – Celik, Pisilli (27’ st Koné), Cristante, Pellegrini (37’ st Baldanzi), Saelemaekers (17’ st Zalewski) – Dovbyk (37’ st Shomurodov), Soulé (17’ st Dybala). All. De Rossi.
Arbitro: Guida.
Note: ammoniti Fagioli, Saelemaekers, Mancini. Spettatori 41.375.