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Spalletti: “Ho passato una estate bruttissima. Il tracollo di Berlino è colpa mia, i giocatori non c’entrano”

Il tecnico è pronto a ripartire, ma il cruccio degli Europei ancora è presente: “Sono sempre rimasto in campagna a casa mia: mi dava fastidio aver fatto vivere ai tifosi dell’Italia una serata come quella con la Svizzera”

Firenze. “Riflessioni ne ho fatte tante, i fattori di una partita in quella maniera sono sempre tanti. Ho passato un’estate bruttissima, perché il discorso finiva sempre lì”. Luciano Spalletti ammette che la disfatta con la Svizzera all’Europeo è ancora il suo grande cruccio: “Ma fallimento non è una definizione corretta: di bruttissimo c’è stata solo la Svizzera. Anche con la Spagna siamo stati messi sotto, però la Spagna poi si è visto il cammino che ha fatto. Certo, potrei stare tre mesi sul trattore e poi venire qui in Nazionale, ma non ne sono capace. Un professionista cerca il miglioramento continuo. A me dà fastidio di chi ti guarda con occhi di compassione, che pensa di te: poverino. Poverino cosa? Ti faccio vedere io”.

Spalletti e il tracollo di Berlino

“Siamo stati arrendevoli, non abbiamo onorato la nostra storia. E io mi sento responsabile di quello che è successo, io penso sempre che le mie responsabilità siano il 100%. Al limite posso cambiare la percentuale: 98% mie, all’1% di Baldini e all’1% di Domenichini, i miei assistenti. Ma i giocatori vanno totalmente sollevato da responsabilità: a loro ho detto che probabilmente gli ho messo troppa pressione addosso, non gli ho dato il tempo di gustarsi la maglia dell’Italia. Li ho caricati di troppe responsabilità. Devo essere attento a prendere cose nuove per potere portare un messaggio differente. Devo essere il primo a non arrendermi di fronte alle difficoltà, devo avere autostima, e fiducia nella squadra”.

Spalletti e l’autocritica

“Devo fare delle scelte e probabilmente visto che ora c’è da tenere conto dell’età, le prove ai giovani le faccio fare adesso: non posso farlo quando ci saranno le qualificazioni. Vado a tentare di creare un nuovo gruppo, una nuova squadra, trasferendole meno pressione. Nelle riflessioni c’è anche la tattica: ho messo ai giocatori troppa responsabilità col passaggio dalla difesa a 4 all’impostazione a 3. Da adesso la fase difensiva e quella offensiva saranno sempre a tre: la richiesta nel corso della stessa azione ha creato problemi”.

Spalletti e la fiducia di Gravina

Il ministro Abodi non è stato tenero con la Nazionale: “La mia volontà di proseguire passa anche attraverso l’avere capito che la partita con la Svizzera non cambiava la considerazione che il presidente della Figc aveva di me. Questa fiducia mi ha permesso di mettermi subito al lavoro per cercare le cause di questa brutta sconfitta. Gravina si è presentato fin dal primo giorno come una persona preparata, competente e sincera. L’ho sentito quasi ogni giorno al telefono. Uno dei principali motivi per i quali ho accettato l’incarico è stato questo suo atteggiamento”.

Spalletti su Chiesa e Tonali

Mentre la mancata convocazione di Chiesa è solo temporanea (“ci siamo sentiti, abbiamo fatto una valutazione equilibrata. L’avrei portato come giocatore in più e lui mi ha detto che aveva parlato col Liverpool e che aveva bisogno di fare una preparazione adeguata ai nuovi metodi di lavoro che gli vengono chiesti”), Tonali è pronto dopo la squalifica per scommesse: “Si è allenato bene con la sua squadra sempre, anche se non ha fatto partite per lungo tempo. Noi abbiamo molta fiducia in lui, è uno di quelli che ho sentito di più in questo periodo” .

Spalletti e le convocazioni ristrette

“Ho chiamato solo 23 calciatori perché così gli allenamenti riescono meglio e perché i ragazzi sono più tranquilli: si sentiranno totalmente dentro il progetto di queste due partite. Senza contare la duttilità: Udogie, ad esempio, può fare benissimo anche il centrocampista”.

Spalletti e il senso di colpa

“Mi dato fastidio la prestazione che abbiamo fatto con la Svizzera, il resto conta relativamente. A volte faccio quello pronto a mordere, ma sono i giochi di ruolo, alleno da tantissimo tempo. Il tasto dolente è che non ricordo una mia squadra così arrendevole. Spero che anche i calciatori abbiamo provato il malessere che ho provato io. Durante il discorso di Buffon mi sono sembrati molto determinanti, attenti alle parole di Gigi, che ha toccato anche tasti emotivi. Il resto si vedrà anche negli allenamenti. Io, quando incontro i tifosi, divento più piegato nella postura. Ho passato tre giorni nella splendida Ponza e poi sono sempre rimasto in campagna a casa mia: mi dava fastidio avere fatto vivere ai tifosi dell’Italia una serata come quella con la Svizzera”.

Spalletti e la voglia di Bastoni

Il difensore dell’Inter, uscito malconcio dalla partita con l’Atalanta, con la Francia vuole esserci: “Il primo a telefonargli è stato Buffon e Bastoni è stato più positivo rispetto al pessimismo iniziale dei medici. Si valuterà di giorno in giorno, lui è fiducioso”.

Spalletti e la condizione fisica

“Ho mostrato i dati ai calciatori: all’europeo eravamo sempre sotto come intensità, rispetto agli altri, e risaltavano di più le difficoltà atletiche. Quando è così, hai solo la possibilità di tenere palla: a rincorrere si fa sempre più fatica che a comandare il gioco. Ma i croati hanno riconosciuto che avevamo giocato alla pari contro una squadra fortissima”.

Spalletti su Locatelli, Jorginho e Acerbi

“Locatelli è un calciatore che conosciamo bene, è dentro il gruppo. Ma è codificabile, sappiamo l’apporto che può dare. Invece Fagioli e Ricci hanno possibilità di un cambiamento totale, perché hanno iniziato adesso”. La sintesi è che Locatelli può tornate, mentre per i veterani Acerbi e Jorginho l’esperienza in Nazionale sembra finita: “Se porto Acerbi, porto a casa qualcosa di sicuro, ma il Mondiale è tra due anni. Per Jorginho vale lo stesso discorso”.

Spalletti e la Nations League

“Con la Francia vogliamo fare una grande partita con calciatori nuovi. Siamo a dovere fare conoscenze nuove per valori alti e forti, come è successo con Calafiori. Un Chiellini non c’è più. Va ritrovato in altri calciatori che ci ridaranno la tranquillità. Mi aspetto molto dalla fisicità di Kean e Retegui, dalla corsa di Tonali e Brescianini. Da Tonali mi aspetto qualcosa di diverso rispetto all’Europeo”.

Spalletti e il concetto di selezionatore

Il ct ammette di avere verificato la differenza tra l’essere allenatore di club e della Nazionale, ma non vede nulla di diverso tra l’essere selezionatore e allenatore: “Non c’è differenza: quando metto undici giocatori in campo, io faccio il selezionatore, come quando li convoco. E poi li alleno. Che cosa penso del mercato aperto a campionati in corso? Come se facessimo l’amore con una donna pensando a un’altra”.

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