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Duecento milioni di euro: il valore del Toro se Cairo volesse lasciare

Quanto costa la società granata? I conti voce per voce dopo le proteste dei tifosi contro il presidente: stabile da 5 anni l’ammontare della rosa di giocatori, modesti i diritti tv, male gli asset

È stato un diciannovesimo compleanno mesto quello di Urbano Cairo da presidente del Torino. Poche parole di prammatica sul sito ufficiale («Sono molto contento che questo anniversario coincida con un ottimo inizio di campionato: che sia di buon auspicio per una stagione molto positiva»), nessun accenno sul suo profilo Instagram, ma soprattutto un rapporto con la piazza deteriorato, forse irrimediabilmente, e non solo per gli insulti allo stadio e sui social.

Volgendo lo sguardo a questi 19 anni, mai presidente e popolo granata sono stati così distanti: a far traboccare il vaso è stata la cessione di Bellanova, vissuta dai tifosi come una coltellata alle spalle da chi aveva promesso il contrario. «Vendi il Toro» è il ritornello sbattuto in faccia a Cairo ogni due per tre.

Già, ma quanto vale oggi la società granata? Difficile dirlo con esattezza, e peraltro finora Cairo non ha minimamente dato l’impressione di voler vendere: però ci sono alcuni criteri chiave che aiutano ad individuare il prezzo giusto per una società di calcio: dalla valutazione della rosa, considerando solo i giocatori di proprietà, ai diritti tv, dalla situazione finanziaria ai risultati sportivi, dalla popolarità del brand al futuro, fino a botteghino e sponsor.

Partiamo dunque dal valore della rosa prendendo per buone le valutazioni di Transfermarkt, bibbia degli operatori di mercato pur se lo stesso sito tedesco chiarisce che «i nostri valori non corrispondono necessariamente al costo di trasferimento», come dimostra l’ultimo arrivato, il difensore cileno Maripan: valore tabellare 10 milioni, ma il Monaco incasserà molto meno della metà. In ogni caso, la valutazione aggiornata della rosa granata ammonta a 173,23 milioni di euro. E qui emerge il senso di galleggiamento del Torino: cinque anni fa, stagione 2019/20, il Toro aveva un valore non poi così dissimile (163 milioni), mentre rispetto ad allora il Bologna è più che raddoppiato, da 129 a quasi 286 milioni.

Secondo criterio, fondamentale per la sopravvivenza delle società di A, i diritti tv. Il Toro ha incassato nella scorsa stagione 47,3 milioni; il che significa che, oltre alle big, hanno ricavato di più anche Bologna, Fiorentina e Genoa. La metà, 26,8 milioni, è distribuita in parti uguali; a questi i granata ne hanno aggiunti 2,6 per l’audience media, 4,4 per gli spettatori allo stadio e 400mila euro per i minuti dedicati ai giovani. E ancora, sul fronte dei risultati sportivi, 3,1 milioni per i risultati storici, 3,3 per le ultime cinque stagioni, 5,2 per la classifica dell’ultimo campionato e 1,5 per i punti fatti in stagione. Si tratta di una cifra in linea con l’ultimo triennio, pur se inferiore al campionato 2022/23 quando il Toro aveva portato a casa 49,1 milioni di euro.

Un club, poi, si valuta anche per gli asset, i beni di proprietà, e qui le note sono dolenti. Cairo affitta il Grande Torino pagando mezzo milione all’anno; il prossimo 30 giugno scadrà la concessione e il Comune vorrà aumentare il canone, mentre la vendita dell’impianto – a parte qualche timido pour parler – resta un’ipotesi suggestiva ma poco praticabile. Il Fila, invece, è di proprietà della Fondazione Stadio Filadelfia, l’ente pubblico/privato che gestisce il centro e lo affitta al Torino. Infine il Robaldo, la casa delle giovanili per cui il club nel 2016 si aggiudicò l’area in concessione trentennale ma che resta per ora un cantiere aperto.

Capitolo botteghino: nel 2023, fra abbonamenti e biglietteria, sono arrivati 6,179 milioni, passo avanti rispetto ai 4,479 del 2022. A livello di finanza, le due mega-plusvalenze di Buongiorno e Bellanova miglioreranno sensibilmente il bilancio 2024; il fatturato 2023 è stato di 101,1 milioni (contro i 112,7 al 31 dicembre 2022), mentre i costi sono calati passando da 117,9 a 109,4 milioni.

Tirando le somme, una base di trattativapotrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni. Ciò cui invece è davvero complicato dare un prezzo è la storia inimitabile del Toro, un brand leggendario che potrebbe ritagliarsi un appeal internazionale ma che Cairo non è mai stato in grado di cogliere e di sfruttare: uno tra gli affronti che il popolo granata proprio non gli perdona.

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