MILANO – Vergognosi, in Germania. Dopo la vittoria di Budapest l’epitaffio dell’Europeo è arrivato da uno dei leader della Nazionale, l’interista Bastoni, che è stato spietato nell’autocritica: “Con la Francia abbiamo capito qual è la strada giusta: abbiamo salito il gradino necessario, che era mentale. Certo, la questione tattica è importante: la maggior parte delle squadre del campionato costruisce a tre, perciò il sistema di gioco che stiamo usando è logico. Ma la verità è che a livello tecnico e mentale, all’Europeo, siamo stati vergognosi”.
A ottobre Barella torna da leader
Ora ci sono le partite di ottobre, il 10 a Roma contro il Belgio e il 14 a Udine contro Israele, per prendersi in anticipo i quarti finale della Nations League e il diritto di essere testa di serie al sorteggio di dicembre per le qualificazioni al Mondiale 2026. Buongiorno spiega che la Nazionale non può permettersi di mancare ancora la qualificazione, dopo due fallimenti consecutivi: “La partecipazione al Mondiale non deve essere l’obiettivo: è l’obiettivo”. Spalletti ha tutto il tempo di costruire una squadra giovane e piena di alternative. E il ct lascia intendere che nessuno ha il posto garantito. Nel 3-5-2, dato per scontato che Barella tornerà da leader in un centrocampo completato dal trio Frattesi-Ricci-Tonali, il dubbio è solo sulla posizione della mezzala dell’Inter, che può indifferentemente giocare nella linea a 5 oppure in posizione più avanzata, a comporre il 3-5-1-1.
Chiesa deve studiare da seconda punta
Il sistema utilizzato a Parigi e a Budapest non prevede più, di fatto gli esterni offensivi. Ne consegue che Chiesa, passato nel frattempo dalla Juventus al Liverpool, dovrà adattarsi a un ruolo diverso da quello che generalmente ricopre: rifinitore o attaccante d’appoggio al centravanti, Retegui o Kean: “Lo vedo sottopunta oppure seconda punta, non necessariamente centrale: delle due punte una può essere più larga”.
Maldini e Fazzini sotto la lente, Kean affamato
Spalletti, che teorizza l’opportunità di una “squadra totale, in cui tutti sappiano fare tutto e restino sempre in partita, senza perdere la concentrazione”, ha rivelato che due calciatori in questo momento sono particolarmente sotto osservazione. Uno è il figlio d’arte Daniel Maldini, 22 anni, attaccante del Monza, l’altro il centrocampista dell’Empoli Jacopo Fazzini, 21 anni: “Sono due giovani molto interessati, noi abbiamo bisogno di giocatori che si mettano in mostra: siamo pronti ad accoglierli a braccia aperte”. Come è successo col figliol prodigo Kean, 24 anni, in gol con la Nazionale dopo tre anni e dopo essere approdato alla Fiorentina e intenzionato a non perdere più altri treni: “Ora ho solo voglia di fare parlare il campo”.