Il battesimo Champions della Juventus passa dal Psv, “una buona squadra che gioca un calcio offensivo”, e dalle emozioni di una competizione che molti bianconeri non hanno ancora vissuto o l’hanno fatto non da protagonista e che Motta ha vinto due volte senza mai sedersi in panchina. L’Allianz Stadium sarà quasi esaurito per la sfida di apertura, il primo di otto capitoli che diranno quanto l’anno di assenza dalle coppe ha inciso sul dna della Juventus, al pari della rivoluzione tattica in corso. Il primo ostacolo, il Psv di Bosz reduce da 20 gol in 5 partite di Eredivisie, è un test impegnativo: “L’importante è avere rispetto per l’avversario come abbiamo fatto fino ad oggi – è il pensiero di Motta -. Dobbiamo, però, pensare a noi, essere concentrati su quello che noi dobbiamo fare in campo per non facilitare il compito a una squadra che quando ha la palla si trova a suo agio, sono abituati a giocare e avere un grande possesso, a occupare la metà campo avversaria con tanti giocatori che hanno qualità, soprattutto a giocare tra le linee”.
Il Psv per rialzarsi dopo i due pareggi
Imbattuta in campionato, ancora a zero gol subiti. Eppure dopo il pareggio di Empoli l’amaro in bocca è il retrogusto che anima l’ambiente, visto che una vittoria avrebbe significato vetta solitaria. Tuttavia Motta assicura che il pareggio è ormai alle spalle e la testa della Juventus è tutta orientata all’esordio in Champions, prima esperienza per molti: “Nel calcio conta tutto, conta l’esperienza, conta l’entusiasmo, conta la voglia, l’atteggiamento, la qualità tecnica e fisica. Come stiamo? Ci sentiamo molto bene, lavoriamo da un po’ di tempo per arrivare a vivere queste emozioni. Con grande felicità e orgoglio di essere arrivati a questo punto, a vivere questa opportunità di iniziare una bellissima competizione contro una buona squadra e vivere una grande partita”.
Le indicazioni tattiche in vista dell’esordio
Anche se il Psv ha un atteggiamento e uno stile di gioco completamente diverso dalle avversarie affrontate fino a oggi (“ma non sono d’accordo con chi l’ha definita naif”, precisa), Motta non stravolgerà l’atteggiamento della Juventus. Perché, come tiene a precisare facendo tornare la mente dei presenti al periodo di Allegri, “il calcio è semplice” e la Juve vista fino a oggi rispecchia questa filosofia: “Dobbiamo essere squadra quando difendiamo, dobbiamo andare insieme quando facciamo la pressione, quando non è il momento compattarsi e non lasciare tanti spazi tra le linee. Cambia poco, cambia sicuramente l’avversario, la qualità. Per tutto il resto noi saremo la squadra che vogliamo essere, dare continuità alle cose che abbiamo fatto molto bene fino ad oggi, migliorare sicuramente”.
Vlahovic e l’altalena del gol
Tra gli aspetti da migliorare anche la prolificità in attacco, che ha in Vlahovic il manifesto delle difficoltà che sta vivendo ma che non possono essere ascritte, secondo Motta, solo al centravanti serbo. Che dopo i due gol segnati al Verona, non ha più trovato la rete: “L’importante è accettare le critiche. Ha fatto gol, continuerà a farne e ne sono sicuro, l’importante è che continui con lo spirito che ha ora, di aiutare la squadra. Se non abbiamo preso gol è anche merito suo, se non segna è responsabilità di tutti. Una palla che gli arriva pulita lo mette nelle migliori condizioni di fare gol, il calcio come lo vedo io è una responsabilità di tutti. Deve accettare le critiche e continuare in avanti come sta facendo in questo momento”.