Dan Friedkin l’ha scelta tra una decina di candidati. E non solo per quell’orientamento che lo porta a preferire le donne agli uomini nei ruoli di vertice. Ma perché Lina Souloukou è una manager esperta e che sa esattamente ciò che vuole fin da giovanissima, quando alternava agli studi l’impegno da pallavolista. Eppure, a distanza di un anno e mezzo dalla sua assunzione, ancora è legittimo porsi una domanda: chi è davvero Lina Souloukou?
Chi è Lina Souloukou
Classe 1983, Lina Souloukou è arrivata alla Roma dopo alcuni anni all’Eca, l’associazione dei club europei presieduta dal plenipotenziario del Psg, Nasser Al Khelaifi, uno dei suoi grandi sponsor: lì, la manager greca è stata executive board member in qualità di “diversity representative”, un ruolo che aveva fortemente voluto per difendere la parità di genere nel calcio. Ma è prima, ad Atene, che ha costruito il proprio curriculum, arrivando a occupare prima ad interim e poi in via definitiva la carica di ceo e general manager dell’Olympiacos, il più importante club greco, di proprietà del potente e controverso armatore greco Evangelos Marinakis. Di fatto, la società all’Olympiacos è stata per cinque anni lei, dal 2018 al 2022.
Lina Souloukou, dallo studio legale all’Olympiacos
Alla corte di Marinakis, Souloukou era arrivata prima, da consulente legale. Souloukou infatti si è laureata in giurisprudenza all’Università di Salamanca e specializzata in diritto sportivo a Madrid. È iscritta all’Ordine degli Avvocati di Atene nel 2008, come avvocato specializzato in diritto sportivo. È stata arbitro presso la corte di arbitrato per il calcio per cinque anni, iniziando a tessere la propria tela di rapporti partendo dallo studio di diritto sportivo aperto insieme alla sorella Aspa. Ma già nel 2004, ad appena 21 anni, era stata cooptata nel dipartimento per il controllo antidoping delle Olimpiadi di Atene.
I rapporti tesi: da Mourinho e Pinto a De Rossi
A Roma Souloukou ha già dovuto gestire molte separazioni importanti. Prima quella con l’ex uomo mercato Tiago Pinto: i rapporti tra i due si sono guastati in fretta e già nell’autunno scorso il general manager aveva deciso di lasciare Roma. Poi, l’addio di Mourinho: anche con José i rapporti sono franati in fretta. Dall’estate hanno iniziato a complicarsi quelli con De Rossi, scelto proprio per sostituire Mou. Incomprensioni sulla campagna acquisti, ma soprattutto su Dybala: quando l’argentino ha deciso di restare, Souloukou ha chiesto all’ex allenatore di usarlo con il contagocce per non superare la soglia di 14 presenze di almeno 45 minuti che avrebbe atto scattare il rinnovo automatico. De Rossi la prese malissimo fino a presentare le dimissioni. Respinte. Ma a quel punto l’addio era solo questione di tempo.