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Conte, passo da primato. Le cinque strade azzurre per conquistare la vetta

Il pareggio contro la Juventus ha rilanciato le ambizioni del Napoli. In due mesi il nuovo tecnico ha superato la crisi e ora guarda in alto. Dalla media punti alla duttilità tattica, dalla concorrenza interna alla difesa bunker e al calendario in discesa: sognare non è proibito

Le (prime) 5 giornate del Napoli si sono concluse con un bilancio positivo: 10 punti, ritorno in zona Champions, 9 gol segnati e 4 subiti, concentrati per tre quarti nel debutto a Verona. Poi gli azzurri hanno cambiato marcia e il pari con la Juve ha certificato il decollo della gestione di Antonio Conte, che in un paio di mesi è già riuscito a spazzare via le macerie della scorsa stagione. I numeri certificano infatti l’uscita dal tunnel di Di Lorenzo e compagni, autorizzati grazie alla dimostrazione di compattezza e personalità data a Torino a guardare al futuro con rinate ambizioni, puntando al primato.

La media punti – Il Napoli è già ritornato in alto. La media di 2 punti a partita (con una proiezione finale di 78) è quella giusta per arrivare tra le prime 4 e assicurare agli azzurri la qualificazione per la Champions: l’obiettivo che De Laurentiis ha chiesto a Conte di centrare. Ma il grande equilibrio della Serie A e i consistenti margini di crescita del nuovo organico guidato dell’allenatore leccese sono un invito a non precludersi in partenza alcun traguardo, tanto più dopo il pari con la Juve di Motta: tra le pretendenti dichiarate allo scudetto insieme con le due milanesi.

Il doppio modulo – Conte ha calato con i bianconeri l’asso del doppio modulo, passando dal 3-4-2-1 al ritrovato 4- 3- 3, che per il Napoli rappresenta pure un confortante ritorno al passato, rivisitato peraltro con interpreti diversi. La duttilità tattica sarà una preziosa arma in più per sorprendere di volta in volta gli avversari. A Torino si è intravisto a tratti anche il 4-2-4, di cui il tecnico leccese è uno specialista. Con le settimane di tipo di lavoro a Castel Volturno, in mancanza delle Coppe, gli azzurri avranno modo e tempo per oliare i meccanismi in modo perfetto.

La difesa – Il debutto di Verona fa già parte del passato. Fanno testo invece le 4 partite successive, in cui il Napoli ha subito un solo gol e per giunta su calcio di rigore, con il Parma. Intorno a Buongiorno gli azzurri stanno ricostruendo in fretta il loro bunker, raso al suolo dalle 48 reti incassate durante il campionato scorso. Blindare la difesa era il primo obiettivo di Conte: centrato.

La concorrenza interna – Sono già 21 i giocatori mandati in campo da Conte in 5 giornate di campionato. Mancano all’appello solo il terzo portiere Contini, Rafa Marin e Zerbin. Tutti gli altri stanno invece avendo le loro chance, a riprova della grande importanza che il tecnico dà alla concorrenza interna. Il Napoli non gioca in Europa e non c’è altra strada per tenere il gruppo sulla corda. Giovedì in Coppa Italia contro il Palermo al Maradona (ore 21) ci sarà spazio per chi ha giocato finora di meno. Riflettori su Gilmour e Neres.

Il calendario – C’è infine il calendario a spingere il Napoli verso il suo definitivo decollo. Gli azzurri affronteranno al Maradona Monza e Como, poi l’Empoli fuori. Non è peccato sognare un altro salto in alto. La squadra di Conte ha reali chance di presentarsi da capolista alla prossima super sfida: il 29 ottobre a San Siro contro il Milan. A metà agosto non ci avrebbe creduto nessuno.

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