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David Bangoole, lo strano caso del giocatore che dichiara 26 anni e ne dimostra il doppio

Fa discutere la foto del calciatore ugandese dei Wasiko Giants, che riapre la leggenda dei calciatori africani (ma non solo) dalla carte d’identità incerta

L’età è uno stato d’animo. Impressioni di settembre: quanti anni ha Davide Bangoole? Ventisei, quarantuno, trentacinque. Tombola. Il Wasiko Giants, club della Premier League ugandese che l’ha appena ingaggiato, ha postato sul sito ufficiale la sua foto. Ops. Davvero questo signore stempiato, dall’espressione affaticata, con un viso segnato da rughe feroci, la pelle secca e spenta, le macchie brune a far da punteggiatura ai sospetti, ha gli anni che dichiara, cioè ventisei essendo egli nato – dati anagrafici alla mano – il 4 aprile 1998? O più banalmente quel simpaticone del fotografo del Wasiko ha utilizzato l’app invecchiamento?

Bangoole, 26 anni e mostrarli tutti. Troppi…

David Bangoole, di ruolo centrocampista, conosciuto in tutta l’Uganda per essere un eccellente calciatore; ora è al centro del fuoco incrociato di chi – tra meme vari e ricostruzioni fantasiose – sta dubitando che abbia gli anni che giura di avere in dote. E’ vero che ognuno ha l’età che si merita, ma sarebbe sleale e poco dignitoso anche solo immaginare cosa possa aver vissuto questo vecchio ragazzo col sopracciglio cadente, inequivocabile segnale di invecchiamento di chi – cadono le foglie, le mamme imbiancano – non fa uso della tossina botulinica per provare a sollevarlo.

Le anagrafi dell’Africa

La questione non è nuova, soprattutto in quei paesi come l’Africa dove la registrazione dei bambini all’anagrafe soprattutto venti-trenta-quaranta-cinquanta anni fa non coincide(va) con la data di nascita, ma poteva slittare a seconda delle esigenze familiari, non ultima la difficoltà di raggiungere l’ufficio preposto e comunicare la lieta novella. E’ nato, cioè: era nato qualche tempo fa. Di recente il calcio camerunense è stato scosso dallo scandalo dei 62 (!) calciatori sospesi dalla federazione per aver falsificato la data di nascita, generando così una doppia identità e innescando inevitabilmente la frenesia dei club europei: arruolare nel proprio settore giovanile un ragazzo di 15-16 anni già formato fisicamente (anche se magari ne ha 4-5 in più) si rivela spesso, nell’immediato, un affare.

I casi Eriberto e Taribo West. E Minala sembra ringiovanito

Nota è la storia di Eriberto da Conceicao Silva, che visse due vite e la seconda gli fu fatale. In realtà si chiamava Luciano Siqueira de Oliveira, ma questo l’avrebbe rivelato solo molto tempo dopo, quando la carriera aveva ormai preso il colore dell’imbrunire in un quadro di Hopper, lì dove le solitudini non si fanno compagnia. Per venire in Italia – al Chievo – cambiò identità, taroccò la sua vita, si tolse cinque anni. Quando, incastrato dagli eventi, raccontò la verità, venne squalificato e non fu più lui, ma l’altro. Qualche anno fa Zarko Zecevic, ex presidente del Partizan Belgrado, svelò che Taribo West – che aveva avuto alle sue dipendenze a fine carriera – gli aveva rivelato di avere dodici anni in più di quelli dichiarati. Affermazione/diffamazione: West smentì indignato, disse – ghignando – che nemmeno lui sapeva quanti anni aveva. Se ne risentì molto, giustamente, l’ex laziale Joseph Minala quando in molti avanzarono forti(ssimi) sospetti sulla sua reale età. Il passaporto camerunese e la carta d’identità italiana dell’attaccante, quando nel 2013-14 venne acquistato dalla Lazio e inserito nella squadra Primavera, attestavano come data di nascita il 24 agosto 1996 nella città di Yaoundé. Minala aveva dunque, o avrebbe dovuto avere, diciassette/diciotto anni. Per mancanza di prove, ne dimostrava molti di più. Seguirono le polemiche, tra dichiarazioni, smentite, parodie come “Il misterioso caso di Benjamin Minala”, meme e fotomontaggi più o meno divertenti – si scrisse persino che la sua carta di identità era scritta su una pergamena – presunte prove e confessioni inverosimili di chi – coetanei di un tempo lontano – raccontava che in realtà Minala, che negli sfottò dei romanisti diventava “Minonno”, aveva già superato i quarant’anni. Forever young, forse. Minala ha militato in parecchie squadre italiane, Lazio, Bari, Latina, Salernitana, Lucchese. E insomma: la sua onesta carriera l’ha fatta, a dispetto di tutto. Le ultime notizie lo danno ancora in attività, a Malta, in forza allo G?ira United Football Club. E’ sempre in forma, forte dei suoi ventotto anni. Anzi, a guardare le foto più recenti, sembra persino ringiovanito, beato lui.

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