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Inter, priorità a Udine e al campionato. La Champions può attendere

Nella sfida delle 15 in casa dei bianconeri Inzaghi schiererà tutti i titolari per non perdere altro terreno in Serie A. Soltanto dopo si concentrerà sull’incontro di coppa di martedì con la Stella Rossa

Stare attaccati alla vetta del campionato e ipotecare al più preso la qualificazione alla prossima Champions, senza cui i grandi club non vivono. Cercare di vincere di nuovo lo scudetto, trovando quella continuità che nessuno ha avuto negli ultimi anni in Serie A. E accelerare sullo stadio di proprietà — meglio se a San Siro — per aumentare il valore del club. Sono questi, fra campo e ufficio, gli obiettivi dell’Inter di Oaktree, proprietario della società per un debito non pagato da Steven Zhang. Una situazione che il fondo non ha cercato, ma in cui si è trovato. L’orizzonte è gestire il club per almeno tre anni. Una prospettiva lunga, per un fondo abituato a prestare soldi e incassare interessi.

Il focus ora è sul campionato più che sulla Champions

Che il focus, in questa fase della stagione, sia sul campionato più che sul maxi-girone della nuova Champions, dovrebbero confermarlo le scelte di Inzaghi domenica a Udine e martedì a San Siro con la Stella Rossa. Pur senza Barella, che rientrerà dopo la pausa di ottobre, il tecnico alla Pinetina ha provato i titolarissimi, da Lautaro a Dimarco, da Çalhanoglu a Mkhitaryan. Dopo due pareggi, altrettante vittorie e la sconfitta nel derby, vincere al Friuli è imperativo. Un po’ di respiro all’Inter lo dà il passo lento della carovana di testa, con le concorrenti tutte inciampate qua e là. Ma fra i 15 punti dello scorso anno e gli 8 di questo c’è un abisso. Marotta, che in carriera di scudetti ha fatto collezione, avendo perso tre finali fra Juve e Inter sa bene che la Champions “è bella ma bastarda”, per citare Allegri. Giusto provarci, vietato contarci.

Obiettivo pareggio di bilancio nel 2025

Se la classifica non ride, il conforto arriva dai conti. Il cda ha chiuso il bilancio al 30 giugno scorso con un rosso di 36 milioni, in calo rispetto agli 85 di un anno fa. Una perdita ripianata da Oaktree, che nel primo trimestre della stagione ha pompato nel club 44 milioni. I ricavi hanno toccato la quota record di 473 milioni, i costi sono stabili. Obiettivo: arrivare al pareggio il 30 giugno 2025.

Chi si aspettava la svendita dei calciatori da parte del fondo è rimasto stupito: i protagonisti della seconda stella sono ancora tutti lì. E anche a quelli che potrebbero salutare è stato prolungato il contratto, allo scopo di non perderli a zero. Gli ultimi sono stati Asllani e Dumfries.

I cambiamenti nel management interista

Se sul lato sportivo la proprietà interferisce poco, è in corso un fisiologico cambio di dirigenti nella parte corporate: i primi cambiamenti hanno riguardato l’ufficio del personale e la struttura che si occupa dello stadio. Un tema caro ai due manager di Oaktree Alejandro Cano — che a New York ha dichiarato «Sappiamo che per competere con i top club europei uno stadio di proprietà è fondamentale» — e Catherine Raplh, che in buon italiano ha parlato di San Siro con il sindaco di Milano, Beppe Sala. L’intenzione è trovare il modo di costruire lì il nuovo impianto, dando una nuova funzione al vecchio Meazza. Ma il team guidato dal’ad Antonello lavora anche alle alternative. A partire da Rozzano, dove l’Inter ha un’opzione, e San Donato, dove l’impianto andrebbe costruito in condominio col Milan.

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