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Si chiama Pisilli, ma sembra Tardelli. Juric: “È un puro, può solo migliorare”

Il talento cresciuto a Trigoria salva i giallorossi con la rete che vale il 2-1 contro il Venezia dell’ex Eusebio Di Francesco. Il 20enne salva la squadra dai fischi. Ma la Curva Sud orfana di De Rossi continua a protestare: “Tifiamo solo la maglia”

Un altro urlo, con la corsa sfrenata alla Marco Tardelli. E un altro gol. Il secondo nella giovanissima carriera con la Roma. Niccolò Pisilli è l’eroe di Roma-Venezia. Il 20enne che toglie le castagne dal fuoco, regala la seconda vittoria consecutiva in campionato a Juric. E si fa anche un bellissimo regalo di compleanno: «Come festeggio? Non farò niente di particolare, lunedì c’è allenamento. Però il gol lo dedico alla mia famiglia e alla squadra».

Ma il gol di testa che ha regalato il 2-1 alla Roma contro il Venezia è la seconda fortissima emozione a meno di un anno dalla prima volta: «Segnare in questo stadio e con questa maglia è un sogno che si avvera, è tutto ciò che sogno fin da bambino. Dopo il gol il mio primo pensiero è stato andare verso i miei compagni, è per questo che ho esultato con la panchina».

Una corsa più composta di quella vista meno di un anno fa contro lo Sheriff in Europa League. Quando l’emozione (e le lacrime) presero il sopravvento per il primo gol in maglia giallorossa. Un’esultanza meno di squadra e più personale rispetto a ieri pomeriggio. Per il ragazzo nato calcisticamente nella scuola calcio romana “Helios” ma giallorosso fin dai Pulcini. Con Mourinho l’esordio e il primo gol, con De Rossi l’esordio da titolare a Torino contro la Juventus. E da oggi pomeriggio, con Juric in panchina, una centralità che non può più essere sottovalutata.

Niccolò Pisilli è il volto migliore della Roma attuale. Che si sta guadagnando a grandi passi i galloni di titolare. Juric a fine partita se lo coccola, pronto ad inserirlo in pianta stabile nei suoi migliori 11: «Abbiamo 4-5 giovani con cui si può lavorare bene. Hanno entusiasmo, talento e gamba, hanno un’energia pazzesca. Bisogna essere lucidi nelle scelte ma sono belli, puri e mi piacciono molto. Pisilli è un ragazzo che si allena in modo pazzesco, va sempre oltre e vuole sempre fare di più di quello che chiediamo. Ha questa felicità di giocare, ha un margine di miglioramento pazzesco».

Perché oltre il centrocampista, l’altra nota positiva di Roma-Venezia è stata la deviazione di Busio. Un viaggio all’inferno e ritorno. Con l’unica gioia dei tre punti. Perché attorno al risultato c’è tutto il resto, che mostra in maniera plastica come la Roma targata Juric sia ancora un enorme cantiere aperto. Il Venezia fa tutto meglio dei giallorossi. Gioco, organizzazione, proposta offensiva. Ma perde. Brava la Roma ad approfittare degli errori, dopo 75’ in balia degli uomini di Di Francesco.

Il primo tempo è un’ode al calcio offensivo dell’allenatore abruzzese. Che lascia il possesso palla alla Roma (72%) per fare male ad ogni affondo: 13 tiri in 45’, un gol di Pohjanpalo, due occasioni con Oristanio e il colpo del ko fallito da Ellertson. L’inizio del secondo tempo segue la falsa riga del primo. La Roma tiene palla, il Venezia gioca. E segna con Haps, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. La scossa che sveglia la squadra e Juric. Che cambia modulo e mette la gioventù al potere. La Roma vince, ma per i “grazie” serve ancora tempo. Al fischio finale la Curva Sud prosegue la sua protesta al grido di «tifiamo solo la maglia».

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