MILANO – Ha cominciato a giocare in attacco e questo lo aiuta a leggere i movimenti degli avversari. E nei nuovi compagni di squadra ha trovato dei punti di riferimento. Così Tomás Palacios, giovane talento argentino che aspetta di fare il suo esordio nell’Inter, si è raccontato ai tifosi nerazzurri in un’intervista a Welcome Home, format di Betsson Sport, principale sponsor del club nerazzurro.
Da attaccante a difensore
Palacios, cresciuto in una famiglia di appassionati di calcio, racconta i suoi primi passi nello sport e il motivo del passaggio da attaccante a difensore: “A 16 anni, al Club Talleres, ero già molto alto e cercavano centrali mancini. Avendo giocato come attaccante, la mia tecnica mi ha aiutato a interpretare meglio le situazioni di gioco e a intuire le mosse degli avversari,” dice il ragazzo di General Pico. Quanto al soprannome, “La Torre de La Pampa”, che lo accompagna da sempre, spiega: “A La Pampa mi facevano molte interviste, e tutti rimanevano sorpresi dalla mia altezza. Sui giornali venivo chiamato ‘La Torre’, e dato che sono nato nella regione della Pampa, il soprannome è nato così”.
Sogni e modelli
Quando gli viene chiesto di descriversi in tre parole, Palacios risponde: “Gioco aereo, forza e tecnica”. Rivela anche chi fosse il suo idolo quando era piccolo: “Il mio giocatore preferito da bambino era mio fratello”. E aggiunge: “Oggi ammiro molto i miei compagni di reparto all’Inter.” Ma un pensiero speciale va ai suoi connazionali in squadra, anche se giocano come punte: “Ammiro molto Lautaro e Correa”. Riguardo alla preparazione mentale prima delle partite, spiega: “Cerco di rimanere calmo, concentrato e tranquillo.” E quando gli si chiede di parlare dei propri pregi e difetti, afferma: “Sono un po’ chiuso, ma cerco di tenermi sempre allegro.” Infine, commenta i suoi primi momenti nello spogliatoio: “Essendo nuovo, cerco di osservare i miei compagni. Sono davvero contento di essere all’Inter”.