LONDRA – Tutti i giornali in Inghilterra non hanno dubbi: la Premier League è sull’orlo di una “guerra civile”. Anzi, per qualche giornalista sportivo, come l’illustre Matt Lawton del Times, è già iniziata e potrebbe dilaniare dall’interno il campionato più bello e ricco del mondo. Tanto che la ministra della Cultura Lisa Nandy è dovuta intervenire, e a questo punto la tanto attesa riforma del calcio inglese – che prevede controlli molto stringenti sulle finanze dei club da parte di organismi indipendenti – potrebbe essere accelerata in Parlamento, dopo che il precedente governo Sunak non è riuscito ad approvarla prima delle elezioni dello scorso luglio.
Scorrette le norme sugli sponsor per i club inglesi
Ma torniamo alla “guerra civile” della Premier. L’ultimo casus belli è la sentenza di un panel di giudici indipendenti di lunedì 7 ottobre, secondo cui sono “scorrette” le norme sugli sponsor per i club inglesi, introdotte dal massimo campionato dopo l’acquisizione del Newcastle da parte del fondo di Stato saudita Pif nel dicembre 2021. Il Manchester City allora ha cantato vittoria, dopo esser stato messo all’indice dalla Lega inglese perché avrebbe gonfiato le entrate grazie al fatto che sponsor come Etihad e First Abu Dhabi Bank sono direttamente legati al padrone della squadra celeste di Manchester, ossia lo sceicco emiratino Mansour.
La mail del Manchester City che avverte gli altri club
Si tratta di un caso separato dal “maxi processo sportivo” in corso per cui il City è accusato dalla Premier League, con oltre 110 capi di imputazione, di aver aggirato per anni le norme del fair play finanziario, con il rischio di penalizzazioni pesantissime, retrocessione compresa. Ma il club allenato da Pep Guardiola sta sfruttando il verdetto di inizio settimana per lanciare la sua controffensiva, legale e mediatica. Difatti, nella notte tra lunedì e martedì subito dopo la sentenza, il legale del City Simon Cliff ha inviato una mail alla Premier e a tutti i club, mettendoli in guardia. Questo il succo della missiva: se proverete a far finta di cambiare le regole sulle sponsorizzazioni (in gergo Associated party transaction o Apt), aggirando così la sentenza di lunedì, il Manchester è pronto ad adire a tutte le vie legali possibili e chiedere centinaia di milioni di risarcimento.
La Premier League spaccata a metà
La “guerra civile” sta nel fatto che la situazione e la posizione del City hanno spaccato in due la Premier. Con il club celeste si sono schierati Newcastle e Chelsea, per ovvie ragioni di “liberalizzazione” delle fonti di denaro, ma anche squadre come il Nottingham Forest e l’Everton (anche se è da vedere se si riposizionerà con l’arrivo dei Friedkin). Sull’altro fronte, alleati dei vertici della Premier League, ci sono invece colossi come l’Arsenal, il Liverpool e il Manchester United e molte altre.
Per queste ultime società, la sentenza di lunedì potrebbe essere nefasta per due ragioni. La prima è che, con meno limiti alle “sponsorizzazioni interne”, Manchester City, Chelsea e Newcastle, per come sono strutturate, potrebbero avere ulteriori vantaggi. La seconda è che Arsenal, Liverpool e United, tutte di proprietà americana, basano una buona fetta degli introiti su prestiti a costo praticamente zero dai loro azionisti. Se questa pratica, sinora non regolata dagli Apt, dovesse essere limitata o sottoposta a nuove normative, questi club potrebbero ritrovarsi improvvisamente in grosse sofferenze finanziarie. Uno scenario che, ovviamente, non dispiacerebbe al City.
I debiti di Arsenal e Liverpool con le loro stesse proprietà
Questa particolare situazione di Arsenal, Liverpool e United è evidenziata dai debiti che tali club già hanno paradossalmente con le loro stesse proprietà, come spiega Talk Sport: i Gunners 259 milioni di sterline, i Reds 71, mentre City e Newcastle zero. Giovedì prossimo ci sarà un incontro decisivo tra la lega di Premier League e i club, e si prevedono scintille. La battaglia è appena cominciata.