“Conte ha una grande dote. È bellissimo il modo in cui amalgama la squadra. È una caratteristica degli allenatori top. Pep Guardiola pure lo fa, ma anche Klopp, Mourinho e Ancelotti. Se guardi alle squadre che vincono, c’è sempre un allenatore che ha un buon piano tattico ma che soprattutto riesca a creare una squadra unita con giocatori che stanno bene insieme”. La firma in calce è di Romelu Lukaku che ha parlato del suo ‘mentore’ in panchina in un famoso podcast belga “Friends of Sports”.
Lukaku da Lautaro a Kvara
Big Rom si è soffermato pure sul modo di giocare di Conte: “Ricordo cosa mi disse quando eravamo all’Inter. Non voleva che tenessi troppo il pallone. Avrei dovuto ridarlo subito indietro. Io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone. Le qualità di Lautaro si sposavano perfettamente con le mie. Così come il sistema di Conte era perfetto per me. Ci allenavamo continuamente e così sapevo ad occhi chiusi dove sarebbe andato Lautaro o Sanchez. Adesso è lo stesso con Kvaratskhelia. Questo fa Conte: crea una sorta di connessione importante tra i giocatori. Questo discorso vale anche per McTominay”.
La scelta di non giocare con il Belgio
Lukaku ha poi commentato pure la scelta di non andare in nazionale neanche per gli impegni di ottobre: “Nel primo colloquio con il ct Domenico Tedesco avevo intenzione di lasciare il Belgio. Avevo già fatto tanto. Lui poi mi ha detto che aveva bisogno di me e dopo una conversazione con mio fratello, ho deciso di continuare. Ho segnato subito una tripletta nella prima gara da ct di Tedesco contro la Svezia. Adesso ho scelto per me, avevo bisogno di fermarmi mentalmente e fisicamente. Non avevo fatto la preparazione estiva e perché avrei dovuto mettermi in una situazione come l’estate scorsa, adesso che con il Napoli stiamo facendo buoni progressi? Io ora sto tornando in forma. Non ho il fuoco con cui ho sempre giocato in nazionale, ma ho un obiettivo, voglio partecipare al Mondiale 2026”.