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La fuga degli azzurri: primi da 27 giorni i numeri d’oro della nuova era di Conte

Sabato al Maradona con il Lecce (ore 15). La capolista è a +6 sulla zona Champions

Passo dopo passo. La sofferta vittoria di Empoli ha regalato al Napoli un traguardo effimero: la certezza di allungare la sua fuga in testa alla classifica per almeno un’altra settimana. Sabato pomeriggio (ore 15) al Maradona c’è l’anticipo con il Lecce e gli azzurri potranno affrontarlo infatti guardando tutti dall’alto, per il ventisettesimo giorno di fila. Ma le somme si tireranno molto più avanti e anche per questo Antonio Conte è infastidito dalle crescenti pressioni che circondano i suoi giocatori, indicati da più parti – e pure ad arte – come i principali favoriti per la conquista dello scudetto. L’ex ct della Nazionale è tuttavia troppo esperto per cadere nella trappola e si è subito accorto del nervosismo da cui la sua squadra s’è fatta prendere allo stadio Castellani, sentendo in modo eccessivo l’importanza della posta in palio. Di qui il permesso dato a Di Lorenzo e compagni per staccare la spina, con un meritato lunedì di vacanza, in attesa della ripresa degli allenamenti prevista oggi a Castel Volturno. Sarà l’occasioni per valutare le condizioni di Meret (guarito) e Lobotka. Il momento clou sarà però il faccia a faccia nello spogliatoio, il cui il tecnico leccese inviterà il gruppo a vivere nel modo giusto il suo status di capolista del campionato, godendoselo senza troppi pensieri.

I numeri sono il passaporto per la serenità. Sono infatti già 5 (in appena 8 giornate) i punti in più in classifica messi insieme rispetto allo scorso campionato dal Napoli, che sta voltando rapidamente pagina dopo la stagione di gran lunga peggiore della lunga era di Aurelio De Laurentiis. «Bene così, siamo tornati a competere con le migliori dopo un’annata storta, che può capitare a tutti…», ha sottolineato con ritrovato orgoglio il presidente, che ha avuto il merito in estate di affidare la ricostruzione azzurra a Conte ed è entusiasta come i tifosi per l’avvio sprint del nuovo corso. Ritornare subito in Champions era l’obiettivo del primo anno con il tecnico leccese sulla panchina e le 6 lunghezze di vantaggio sulla quinta piazza assomigliano già a un’ipoteca concreta per la riconquista in tempi rapidi dell’Europa che conta: nel rispetto del cronoprogramma studiato a tavolino da club e allenatore. È invece un dolcissimo imprevisto l’allungo con cui si sono lasciati indietro le pretendenti dichiarate alla volata per lo scudetto: Inter, Juve e Milan. Di lusso quanto si vuole, insomma, ma lassù svetta una outsider: definizione che meglio si adatta a una squadra reduce dal decimo posto e in ricostruzione.

Non se l’aspettava nemmeno Conte, che è un vincente per antonomasia e si trova adesso in una situazione per lui insolita: costretto com’è a tirare il freno e travestirsi da pompiere. «Sento dire che abbiamo il dovere di difendere il primo posto e francamente mi viene di sorridere». Le pressioni intorno al Napoli stanno del resto aumentando in fretta e nel primo tempo di Empoli i giocatori le hanno patite in maniera evidente, come ha sottolineato il tecnico. «C’era troppo nervosismo, dovrò capirne le cause…». Già alla vigilia della trasferta in Toscana il perfezionista Antonio aveva annusato il pericolo e s’era lamentato per qualche eccesso di entusiasmo, col Maradona sold out in largo anticipo per la sfida di sabato pomeriggio contro il Lecce e a breve per quella successiva con l’Atalanta d’inizio novembre. Lo scudetto non era a inizio stagione un obiettivo dichiarato, d’accordo. Ma vallo a spiegare ai tifosi, che adesso del ritorno in Champions League non vogliono accontentarsi più.

Napoli è una polveriera ed è tornata a sognare come due anni fa, quando gli azzurri scattarono in testa in autunno e non si fecero più riprendere, volando in scioltezza verso il terzo titolo tricolore. Qualche analogia c’è: la squadra infatti è di nuovo affamata, i giocatori hanno ritrovato la voglia di soffrire e la difesa è un bunker, con Buongiorno che di gara in gara sta diventando decisivo come Kim. Ma i paragoni si fermano qui, per ora. Spalletti poteva infatti contare su Osimhen e Kvaratskhelia al massimo del loro splendore. Conte sta provando invece a riempire con Lukaku (lontano dalla sua forma migliore e sostituito a Empoli) il vuoto lasciato dal bomber nigeriano e deve convivere con i disagi del talento georgiano, che non trova l’accordo per il rinnovo del contratto con De Laurentiis: incontro decisivo previsto per la prossima settimana. Solo dalla cintola in giù, insomma, la capolista sembra attrezzata per arrivare in fondo, allo stato attuale. Gli scontri diretti alle porte diranno la verità, in un senso o nell’altro. Meglio arrivarci con la mente libera.

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