ROMA – Se la Serie C è furiosa, la Serie A è invece piuttosto soddisfatta. Ma non abbastanza da votare la riforma dello Statuto Figc proposta da Gravina. Le Leghe professionistiche del calcio italiano hanno ricevuto giovedì il piano di riforma in vista dell’assemblea straordinaria del 4 novembre, quella in cui il calcio ridistribuirà i pesi politici ed elettorali.
I nuovi pesi elettorali in Figc
Il documento di riforma dello Statuto che ha prodotto la Figc prevede un riequilibrio dei pesi di rappresentanza nel consiglio elettorale e quindi in quelli elettivi. Lo scacchiere si ricostruirà così:
La Serie A passerà dal 12% al 18% e da 3 a 4 consiglieri federali. La Serie B passerà dal 5% al 6% e da 1 a 2 consiglieri federali. La Lega Pro (Serie C) dal 17% al 12% e da 3 a 2 consiglieri. Le leghe professionistiche così passano dal 34 al 36%. La differenza viene sottratta agli arbitri, che perdono il loro 2% e anche il loro rappresentante in Consiglio federale. Resterebbero immutati La Lega nazionale dilettanti (34% e 6 consiglieri) e ovviamente le componenti tecniche (calciatori e allenatori) protetti dalla legge Melandri.
La Serie A si divide
Il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha preso pubblicamente una posizione moto netta: “Non abbiamo votato la proposta della Figc. La Serie A ritiene che il professionismo debba essere rappresentato in misura del 50 per cento, con la Serie A vicina al 30 per cento”. In realtà, molte squadre di Serie A si accontenterebbero di avere 5 consiglieri federali e di un peso elettorale compatibile con quella cifra (intorno al 20%). Insomma, posizioni distanti da quelle rappresentate dal presidente Casini. Ma vicine a quelle di Lotito, che tifa apertamente per uno stallo.
Il blitz bocciato di Lotito
Il presidente della Lazio, sostenuto da De Laurentiis (Napoli) e Setti (Verona) chiedeva di votare il via libera a impugnare il regolamento dell’assemblea del 4 novembre se lunedì non si trovasse il punto di incontro. Il motivo per l’impugnazione sarebbe il fatto che la Figc non è intervenuta per bilanciare i pesi all’interno del Consiglio federale prima dell’assemblea. Per Lotito sarebbe una mossa politica: garantirsi una carta che potesse minacciare uno stallo (e di conseguenza il commissariamento della Figc). Ma l’azzardo stavolta non ha funzionato, perché temendo una disfatta il presidente di Lega Casini ha rifiutato di mettere ai voti la proposta di Lotito. Sapeva che la proposta non aveva i voti e sostenerla gli avrebbe fatto incassare una sconfitta: da evitare, visto che presto le squadre dovranno decidere sulla sua rielezione.
Cosa ha ottenuto la Serie A
Il motivo per cui la proposta di impugnare l’assemblea non è stata sostenuta? La Serie A ha ottenuto in questa modifica dello Statuto molto di ciò che chiedeva. Ossia il diritto d’intesa sulle norme federali che la riguarderanno: la Figc dovrà avere l’ok delle squadre per modificare le regole per l’iscrizione e l’ammissione alla Serie A, le norme sul tesseramento dei giocatori, i principi normativi che superino quelli previsti da Uefa e Fifa. Il problema riguarda i casi in cui tra Figc e Lega Serie A non si trovi un accordo: secondo la proposta di riforma della Federcalcio, in quelle circostanze dovrebbe decidere la Giunta del Coni. Ma su questo tema c’è ancora una resistenza: i club di Serie A sono contrari, perché la Giunta Coni non è un organo terzo, considerato che ne fa parte anche il presidente della Figc.
La Serie C è furiosa
La Federcalcio però è disposta a trovare una soluzione condivisa lunedì, nel consiglio federale per discutere ancora del nuovo Statuto. Lì, più della Serie A, a mostrare i denti sarà la Lega Pro. I club di Serie C infatti sono furiosi, non vogliono cedere un proprio consigliere alla Serie B. Una protesta forte delle società quando la notizia le ha raggiunte e manifestata apertamente al presidente Marani. Se le cose resteranno così, Lotito avrà un alleato per cercare di insistere sullo stallo.