Pareggiando con l’Inter, la sua partita l’ha vinta. Ha segnato i suoi primi gol in questa Serie A. È il più giovane di sempre ad avere fatto una doppietta nel derby d’Italia. E, soprattutto, si è preso la Juve. A San Siro, la vita di Kenan Yildiz è cambiata. Dopo una partita così così con lo Stoccarda, in cui è partito benino ma si è spento presto, al ragazzo di Ratisbona è stato preferito dal primo minuto Weah, “che poteva darmi qualcosa di interessante nelle transizioni”, ha chiarito Thiago Motta. Una scelta ragionata, presa a metà settimana dopo avere visto e rivisto in video la débacle in coppa. Ma anche l’inserimento del giovane turco faceva parte del piano gara: “Kenan a partita in corso può aiutare dando opzioni diverse, da esterno, da centrocampista e da attaccante”. E lui ha fatto tutto quello che gli si chiedeva e di più.
Yildiz, due gol di sinistro per un destro naturale
Dieci minuti e ha segnato in diagonale, altri otto e ha messo in porta la rete del pareggio. Due gol di sinistro, per lui che sarebbe destro. E i paragoni non spaventino, visto che addosso ha quella maglia lì. Prima di lui, la sacra 10 bianconera si era dimostrata scomoda. L’aveva presa Pogba e se n’era andato dopo un anno. Poi Dybala, e non è finita bene. Quindi Pogba di nuovo, ed è meglio lasciare perdere. Addosso al 19enne, che ha cominciato al Bayern a sette anni per poi affacciarsi al professionismo con Paolo Montero nella Juve Next Gen, sembra tornata a essere il mantello magico che faceva volare il giovane Alex. Dopo il primo gol in Serie A, nella scorsa stagione contro il Frosinone, Yildiz ha ricevuto in regalo l’asciugamano di Del Piero. Contro l’Inter, ha esultato come faceva lui, con la lingua fuori, gesto nato al Meazza. Ma non al primo gol, ha aspettato il secondo: “Quando ho segnato la prima rete, eravamo sotto e dovevamo ancora recuperare, non mi sembrava il caso”.
Yildiz: “Allo scudetto crediamo, la stagione è lunga”
Il ragazzo si farà, ma non ha le spalle strette. Sa come funziona. Ha cominciato col calcio che non aveva ancora quattro anni. È cresciuto nel più importante vivaio del calcio tedesco, guidato dal padre, che per stargli vicino faceva l’autista per il club. Al dunque, ha scelto la nazionale turca. E per questo sognava di battere i nerazzurri di fronte ad Hakan Çalhanoglu, suo confidente e maestro. La rappresentazione ha stravolto il copione: nell’Inter in regia ha giocato Zielinski, la Juve non ha vinto, ma lui ha segnato due gol. Più di quanto gli fosse lecito immaginare. E quando gli si chiede se abbia ragione il suo allenatore, che vede Inter e Napoli favorite nella corsa scudetto, risponde col candore della sua età: “Allo scudetto ci crediamo, anche se la stagione è ancora lunga”. Aria fresca.