Non gli interessano certi appellativi su un’eventuale sfida scudetto. Antonio Conte evita qualsiasi discorso diretto sulla voglia di tricolore di Napoli e nel suo binario di pensieri c’è ovviamente la massima concentrazione in vista del match contro l’Atalanta: “Ha vinto l’Europa League ed è in Champions. Noi non ci siamo. Sotto certi punti di vista, può essere un esempio anche per la nostra crescita. Stiamo facendo un percorso tutti insieme. Non è Conte a vincere o perdere, ma tutto il Napoli. Su questo non ho proprio dubbi. Conta il noi”.
L’Atalanta che insidia rappresenta?
“C’è l’insidia di una squadra forte che ha vinto l’Europa League. Ha battuto il Bayer Leverkusen in finale e i tedeschi non avevano mai perso. L’Atalanta si è qualificata alla Champions e negli ultimi anni ha sempre fatto bene. Deve essere annoverata tra le squadre forti. Va dato merito al club, va dato merito a Gasperini che in tutti questi anni ha fatto un lavoro straordinario. Ho grande stima nei suoi confronti. E’ stato mio allenatore: ho giocato qualche partita nella Primavera della Juve, quando lui era il tecnico. Tramite il lavoro, ha ottenuto grandi risultati. L’Atalanta è una realtà. Non si vince l’Europa League a caso. E’ impossibile sottovalutare l’avversario a livello mentale, al massimo potrebbe farlo l’Atalanta, visto il 3-0 dello scorso campionato. Noi siamo fuori dalle Coppe, loro no. Sono strutturati per la Champions League, Chi come noi non gioca le Coppe può essere avvantaggiato perché lavora, ma la nostra della rosa è lontana dalle altre”.
Come sta Lobotka? E’ soddisfatto di Gilmour?
“Lobotka sarà pronto per l’Inter. Siamo nelle fasi conclusive di recupero, non era un problemino come qualcuno aveva etichettato. Bisogna avere pazienza ancora. Non ho mai avuto dubbi su Gilmour. Avrebbe meritato di giocare prima, ma era difficile con quel Lobotka. Billy sta facendo molto bene, è giovane e potrà stare tanti anni col Napoli”.
Il Napoli ha già assorbito la sua mentalità?
“Continuo a parlare di lavori in corso, non puoi pensare in quattro mesi di trasmettere tutto. Ho trovato un gruppo di ragazzi aperti e disponibili. Sono preparati, di questo va dato merito a loro. Non è scontato trovare questo atteggiamento, ingrediente indispensabile per accelerare il percorso. Mi auguro di essere smentito, in una situazione di costruzione è necessario crescere e arrivare a certi livelli. La mia esperienza dice che non faremo salti multipli. Non è così. Verrebbe a cadere tutta la teoria del lavoro e della costruzione. Poi magari mi sbaglierò e naturalmente me lo auguro. Siamo in un momento molto positivo, ce ne potranno essere altri negativi e quando accadrà, dovrà aumentare la voglia di fare ancora meglio”.
Il match con l’Atalanta è tra due candidate per lo scudetto?
“Non mi interessa questo aspetto. E’ un confronto tra squadre che vogliono essere in Europa. L’Atalanta c’è già, noi dobbiamo entrarci dalla porta principale. Ripeto, l’Atalanta è una realtà consolidata in Champions League. L’Atalanta per noi può essere un esempio: ha messo ogni anno dei mattoni, a volte sono andati via dei giocatori importanti e va dato merito a Gian Piero di non aver abbassato mai il livello. Per questo motivo, l’Atalanta può essere un buon esempio, anche noi abbiamo perso giocatori importanti e potrebbe succedere ancora”.
Lukaku e Kvaratskhelia stanno crescendo?
“Parlai di 48 gol subiti già durante la presentazione. Ma la colpa non era soltanto dei difensori, ma all’intera fase. Il merito è di tutti i giocatori che partecipano. Il primo gol realizzato col Milan è l’esempio. Il discorso vale pure per la fase offensiva: anche in questo caso la partecipazione deve essere collettiva. Non mi piace parlare dei singoli calciatori. Siamo tutti coinvolti nelle due fasi. Domani sarà un test probante a livello difensivo, affrontiamo la squadra che ha il miglior attacco della serie A con 26 gol. Cercheremo di essere preparati. Non è semplice giocare contro di loro. Noi dobbiamo pensare a segnare e poi a non subire reti, così possiamo vincere”.
Vincere subito lo scudetto al Napoli sarebbe un miracolo?
“Sono credente e i miracoli li fa una sola persona, non io. Sono cattolico e prego anche per la mia squadra, lo faccio sempre. Io, i calciatori e il club possiamo andare avanti compatti per costruire qualcosa d’importante che duri nel tempo. Poi si dice ‘Dio, vede e provvede’. Non deve mancare il nostro lavoro. Da questo punto di vista non dobbiamo sbagliare nulla. I miracoli calcistici ci sono sempre stati, ma ripeto noi possiamo lavorare per aiutare questa persona a realizzare il miracolo. Aiutati che Dio t’aiuta”.
A chi avrebbe dato il Pallone d’Oro?
“Lascio giudicare alla giuria. Ho tutti altri pensieri”.
Come va gestito l’entusiasmo?
“L’entusiasmo non è un problema. Deve essere benzina, mi pare qualcosa di positivo. Non lo spegnerò mai. Dobbiamo cavalcare la passione intorno al Napoli venendo qui ogni giorno. Noi dobbiamo dimostrare senso di appartenenza tutti i giorni per rendere orgogliosi i nostri tifosi. Sentirli cantare a San Siro è stato bello e deve darci forza nella difficoltà e nella fatica. Gli appassionati devono essere con noi e sognare. Realisticamente io cerco di dire che abbiamo iniziato un percorso per creare un progetto stabile per Napoli, per il club, per il presidente De Laurentiis e per i tifosi”.
Politano è il simbolo di questo spirito del Napoli?
“E’ stato il primo a lanciarmi questa idea. Mi ha dato disponibilità ad abbassarmi in qualche partita. Lo sta facendo in maniera perfetta. Lo ha fatto bene pure Ngonge contro il Lecce. Quando l’avversario attacca con i cinque canali, si abbassa un esterno oppure il centrocampista. Lo ha fatto anche l’Arsenal. Sono necessari alcuni accorgimenti. Il calcio si sta evolvendo dal punto di vista tattico”.
L’Atalanta farà tanti duelli individuali. Cosa farete?
“Noi ci stiamo preparando. Contro l’Atalanta è necessario. Oggi ho rotto abbastanza le scatole ai calciatori per far capire alcune situazioni. Noi dobbiamo far vedere al calciatore cosa accadrà la domenica. La fase di preparazione è fondamentale, poi il calciatore di qualità scombina da solo certe situazioni ed è importante”.
E’ difficile ipotizzare un Napoli senza Lukaku e Kvaratskhelia in prospettiva. Può contare l’effetto Conte?
“Ne abbiamo discusso tanto. Voglio chiarire un aspetto: il Napoli vince e il Napoli perde. Non c’entra niente mettere Conte vince o Conte perde. Il concetto deve essere unico: noi vinciamo, noi perdiamo. Dare specifici meriti ad un calciatore è sbagliato, chi mi conosce, lo ha capito. Mi auguro non vengano fatte queste distinzioni. Dobbiamo essere uniti e compatti, i meriti sono di tutti quanti. Ma al momento siamo soltanto alla decima giornata. Adesso stiamo facendo le cose perbene, tutti partecipiamo alle vittorie e tutti dobbiamo partecipare alle sconfitte”.